Anche la città di Venezia entra nel programma Cities Changing Diabetes, un progetto internazionale per far fronte alla crescente diffusione delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, nelle città

Secondo le stime, nel capoluogo veneto il 5,7 per cento della popolazione ha ricevuto una diagnosi di diabete di tipo due, in linea con i trend epidemiologici nazionali, ma con tassi di ospedalizzazione per complicanze e mancato controllo dei livelli glicemici superiori alla media nazionale

L’evento ha visto la partecipazione di Michele Zuin, Assessore al bilancio del Comune di Venezia, Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio comunale e Roberto Pella, Vicepresidente vicario ANCI-Associazione nazionale comuni italiani e coordinatore Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili

Con quasi 50mila persone con diabete nella città metropolitana e circa 15mila nella sola area urbana, secondo le stime più recenti, Venezia entra nel programma internazionale Cities Changing Diabetes, l’iniziativa promossa dallo Steno Diabetes Center di Copenaghen, in partnership con l’University College London (UCL), la rete Globale C40, EAT, GEAH, DALBERG e BLOX-UB e con il supporto non condizionato di Novo Nordisk, che vuole guidare il cambiamento attraverso partenariati locali per promuovere la salute come priorità nelle agende cittadine e co-creare iniziative che mirino a migliorare la salute dei cittadini per far fronte alla crescente diffusione di malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità.

L’annuncio è stato dato oggi nel corso della conferenza stampa organizzata a Palazzo Ca’ Farsetti da Health City Institute, Fesdi – Federazione delle Società Scientifiche di Diabetologia e Comune di Venezia, e ha visto la partecipazione di Istituzioni nazionali, amministrazioni locali, esperti, mondo accademico e scientifico e terzo settore.

«Il numero delle persone che vivono nelle città è in continuo aumento da diversi anni e, secondo le stime, questo numero è destinato a crescere ulteriormente», ha ricordato Andrea Lenzi, Presidente di Health City Institute, di Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze per la vita della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha proseguito: «Parallelamente, riscontriamo una crescita di alcune malattie, come diabete e obesità, la cui diffusione è considerata ormai l’epidemia della società del benessere. L’aumento di queste malattie croniche non trasmissibili, e non solo, è infatti fortemente legato ai profondi cambiamenti di stile di vita che comporta la vita nelle città, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta, tanto che si parla oggi apertamente di “urban diabetes”, diabete urbano».

«Venezia si appresta ad affrontare una sfida particolare: il 5,7 per cento della popolazione ha ricevuto una diagnosi di diabete di tipo due, in linea con i trend epidemiologici nazionali. Il tasso di mortalità per diabete è inferiore alla media per entrambi i sessi (55,4 in Veneto rispetto al 65,1 in Italia). Ma i tassi di ospedalizzazione per complicanze e mancato controllo dei livelli glicemici sono superiori alla media nazionale», ha spiegato Angelo Avogaro, Presidente Fesdi-Federazione delle società di diabetologia e Presidente del Comitato promotore Venezia Cities Changing Diabete, che ha detto ancora: «Abbiamo scoperto che le città sono un “fattore di rischio” per lo sviluppo di diabete, dobbiamo quindi concentrarci nel progettare ambienti che favoriscano l’investimento in prevenzione. Tenendo conto che circa metà della popolazione mondiale vive nelle città, gli ambienti urbani devono essere ripensati come luoghi dove ‘coltivare’ la salute e non solo trovare le migliori cure quando il danno è fatto».

«I contesti urbani sono ormai caratterizzati da una sempre più alta prevalenza di diabete e obesità, complici stili di vita errati, disuguaglianze sociali e sanitarie. Per questo, è essenziale diffondere la cultura della prevenzione, ma allo stesso tempo è necessario che anche le città si modifichino o adattino al fine di favorire l’adozione di sani e corretti stili di vita. Ad esempio, sostenendo la creazione di aree verdi e percorsi ciclo-pedonali, per città sempre più a misura d’uomo. Sul tema del “diabete-urbano”, partiamo oggi da Venezia per promuovere messaggi in grado di raggiungere le periferie delle grandi città e le aree del Paese in cui si registrano i più alti tassi di prevalenza della malattia e delle sue complicanze e tutelare una sanità equa su tutto il territorio nazionale», ha aggiunto Riccardo Candido, Vicepresidente Fesdi.

Nell’occasione il professor Avogaro ha avanzato la proposta di candidare Venezia a Centro di rilevanza internazionale per lo studio e la ricerca delle correlazioni tra malattie non trasmissibili, urbanizzazione e determinanti della salute, attraverso una partnership pubblico-privato che coinvolga il Comune di Venezia, le Università, le Società Scientifiche, l’ULSS, ANCI, Health City Institute, la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della sostenibilità e Novo Nordisk. Secondo l’esperto, l’iniziativa andrebbe collegata possibilmente alla ristrutturazione e rilancio dell’ex Ospedale Mare del Lido della città, che mira a diventare, entro il 2027, un hub tecnologico che si concentrerà sullo sviluppo, l’implementazione e la promozione di applicazioni innovative e di intelligenza artificiale per il settore medico.

«Ho sensibilizzato il Sindaco Luigi Brugnaro, fin da quando mi è stato proposto da Federico Serra, Segretario Generale di Health City Institute, a firmare “l’Urban Diabetes Declaration”, il che è avvenuto il 26 maggio del 2022. Venezia, quindi, ha cominciato il proprio iter per essere inserita nelle “rete globale Cities Changing Diabetes”, come città partner. Un passo importante e, aggiungo, di “civiltà”, per promuovere la salute come priorità nelle agende cittadine e co-creare iniziative che mirino a migliorare la salute della popolazione, attraverso lo studio dei determinanti sulla salute relativamente al diabete e all’obesità. Sono molto soddisfatto di questa presentazione e che venga fatta in particolare a Venezia, una città da sempre attenta al benessere dei cittadini», afferma Michele Zuin, Assessore al bilancio del Comune di Venezia.

«Il Comune di Venezia e l’amministrazione del sindaco Luigi Brugnaro sono da sempre vicini e attenti al tema della salute di tutti i cittadini. Supportiamo campagne di sensibilizzazione e di prevenzione, mettendo in campo le forze in nostro possesso per collaborare al meglio e dare alle persone una informazione importante per la loro salute e per i loro cari», ha spiegato Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio comunale della città.

«L’ingresso della città di Venezia nel progetto giunge in una fase cruciale per tutti i comuni italiani che ANCI rappresenta: considerata la portata dei mutamenti degli ultimi anni, da quelli climatici e ambientali a quelli relativi alla salute o alla demografia, non possiamo più permetterci di sfuggire a una pianificazione delle politiche pubbliche multilivello e multidisciplinare. L’insieme delle competenze e delle esperienze che Venezia sta mettendo in campo per affrontare le sfide di salute sarà certamente d’ispirazione per tutti», ha commentato Roberto Pella, Vicepresidente vicario ANCI-Associazione nazionale comuni italiani e coordinatore Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili.

«Crediamo da sempre in una visione della cura a 360 gradi, che parta dall’impegno nella ricerca scientifica a favore dell’innovazione delle terapie e arrivi alla qualità della vita delle persone, alla salvaguardia dell’ambiente degli stili di vita. Questo progetto è iniziato a livello mondiale nel 2014 e da allora prosegue la nostra sfida nel rendere gli ambienti urbani un luogo di promozione della salute. City Changing Diabetes è un progetto globale e l’Italia è il primo paese per numero di città coinvolte, più di 70 comuni con ben 20 capoluoghi di provincia. In pratica circa il 22 per cento della popolazione. L’ingresso di Venezia rappresenta una tappa molto importante all’interno di questo percorso virtuoso. Come azienda e partner strategico del sistema Paese, vogliamo continuare a promuovere la prevenzione, la sostenibilità ambientale e la salute urbana e contemporaneamente rendere concreto un concetto di salute più ampio, considerando l’ambiente quale parte integrante del benessere delle persone, soprattutto quando si parla di cronicità, di persone che devono convivere con patologie come diabete e obesità per tutta la vita. Siamo convinti che la lotta alla cronicità richieda un approccio condiviso multisettoriale e multistakeholder che coinvolga tutti noi. E oggi come Novo Nordisk rinnoviamo il nostro impegno per guidare il cambiamento nella promozione e sviluppo di azioni concrete e sinergiche in tal senso», conclude Marco Salvini, External Affairs Sr Director Novo Nordisk.

L’Italia, dove il progetto è coordinato dall’Health City Institute, in collaborazione con ANCI, la rete C14+ e FeSDi, rappresenta un Paese guida per il progetto Cities Changing Diabetes, e l’ingresso di Venezia come città partner, iniziato nel maggio 2022 con la firma del Sindaco Brugnaro dell’Urban Diabetes Declaration, è importante per il ruolo che questa città riveste nelle politiche sociali e nella ricerca medica a livello nazionale e internazionale. Ad oggi, fanno parte del progetto 200 partner in 46 città e in 24 Paesi, con una popolazione complessiva di quasi 250 milioni di abitanti coinvolti.

a cura della redazione
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Written by giovanni47