© Marco Galluzzi

Politiche di aggregazione e promozione dei territori, organizzazione dei mercati, lotta allo spreco alimentare, valorizzazione dei paesaggi, dell’enogastronomia e dei percorsi turistici.

Questi i temi affrontati nella ricca e intensa tre giorni (21-23 marzo) nel corso della quale si è tenuto l’incontro nazionale dei Distretti del Cibo organizzata dalla Regione Piemonte, Assessorato Agricoltura e Cibo, in collaborazione con la Consulta nazionale dei Distretti del cibo

Territori che nutrono: nuove progettualità a favore delle aziende e dei produttori agricoli, dei cittadini, degli operatori turistici e dei visitatori

Sono state le parole di Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte, padrone di casa dell’evento nazionale, a dare il via ai lavori: “Per il Piemonte si tratta di una vetrina voluta e conquistata quando l’anno scorso abbiamo dato disponibilità per accogliere nella nostra regione tutti i distretti nazionali. L’evento certifica il percorso avviato dalla Regione a partire dall’approvazione del Regolamento regionale dei Distretti del cibo nel 2020, che ha permesso ai territori piemontesi di costituirsi in distretti. Siamo all’inizio di un iter che va ulteriormente sviluppato. Attualmente sono nove i distretti piemontesi ma ci sono molte altre opportunità di creare rete pensando ai tanti comuni presenti nella nostra regione con le diverse peculiarità agroalimentari di qualità”.

Fare rete, celebrare le eccellenze, organizzare i mercati e combattere lo spreco alimentare. Pensare al cibo non solo dal punto di vista gastronomico ma anche quale volano per la promozione turistica e culturale dei territori, i temi affrontati tra il 21 e il 23 marzo scorso, quando Torino e Pollenzo hanno ospitato l’incontro nazionale dei Distretti del Cibo, voluti con l’intento di favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale.

Si tratta di realtà che favoriscono l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, promuovono la sicurezza alimentare, la riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni e dello spreco alimentare, salvaguardano il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole, agroalimentari e l’enogastronomia.

I Distretti diventano strumenti fondamentali per la sostenibilità ambientale e territoriale, per la promozione di un territorio e la divulgazione delle proprie eccellenze.

Lo stesso presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nel suo video saluto in apertura dei lavori ha sottolineato come i Distretti del Cibo siano: “portatori di cultura. Il valore del cibo non è solo legato al turismo eno-gastronomico, il cibo deve essere considerato con rispetto, come bene da salvaguardare. Un bene che deve essere un diritto per tutti”.

Parole importanti alle quali hanno fatto eco, il giorno dopo a Pollenzo, quelle di Barbara Nappini, di Slow Food che ha sottolineato quanto sia necessario una maggiore armonia tra le politiche ambientali-sociali ed economiche: “Bisogna fare pace. Pace con la natura per avere un futuro migliore”.

TRA LE TEMATICHE TRATTATE

Valorizzazione dei paesaggi rurali e turismo enogastronomico.

I paesaggi rurali rappresentano uno degli elementi più caratterizzanti del Piemonte, la cornice da valorizzare attraverso le politiche distrettuali.

I paesaggi bio-culturali sono espressione delle relazioni storiche tra uomo e natura nonché il luogo in cui si intrecciano varietà e ricchezza di sistemi naturali e culturali.

Per comprendere i paesaggi piemontesi è fondamentale analizzare le relazioni tra le risorse naturali e le stratificazioni storico-culturali e sociali che hanno generato il contesto ambientale attuale.

Temi di riferimento sono: l’uso tradizionale delle acque, tra i principali fattori di formazione dei paesaggi agricoli, la straordinaria biodiversità delle risorse agricole e il rapporto tra colture e territorio (pianure e allevamento, colline e viticoltura-frutticoltura). La tutela dei paesaggi rurali, quali elementi identitari della storia dell’uomo ha portato l’UNESCO a includerne alcuni tra i Patrimoni Mondiali. Ed è proprio nella riscoperta del patrimonio rurale che va individuato il fattore trainante del rilancio del turismo enogastronomico regionale, che offre esperienze a contatto con la cultura locale, ambienti naturali e tradizioni alimentari di antica data. Il cibo, in questa ottica, assume il ruolo indiscutibile di fattore trainante dell’economia e del turismo.

Ne hanno parlato Mauro Agnoletti, titolare della cattedra dei paesaggi UNESCO dell’Università di Firenze; Federica Larcher, docente dell’Università di Torino ed esperta di paesaggi bioculturali; Patrizia Lusi, Presidentessa dell’Associazione dei paesaggi Rurali di Interesse Storico; Michele Sonnessa, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio; Mario Arosio, coordinatore del comitato delle Enoteche regionali e delle Strade del vino e del gusto del Piemonte; Paola Lauricella ed Enrico Rivella, ricercatori dell’ISMEA e promotori del progetto di mappatura dei paesaggi rurali; Enrico Gottero, ricercatore del Politecnico di Torino ed esperto di pianificazione del paesaggio.

Mercati, luoghi d’incontro delle politiche distrettuali.

I mercati sono l’anello di collegamento fondamentale nella catena di rifornimento agroalimentare e attorno a essi si sviluppano numerose delle politiche dei Distretti del Cibo. Il mercato va inteso per livelli e ciascuno di questi genera interazioni con il territorio, decisamente diverse se ci si rivolge a produttori o a consumatori.

L’accesso ai mercati nazionali e internazionali e al circuito della grande distribuzione organizzata (GDO) ha garantito il profitto necessario perché la filiera potesse risultare competitiva.

Negli ultimi anni si è fatta strada una diversa concezione di mercato, maggiormente legato al territorio, agli aspetti degli scambi diretti e dei circuiti brevi.

La promozione delle eccellenze enogastronomiche e delle produzioni tipiche, spesso lontane dai circuiti della GDO per insufficienza di volumi o garanzie di omogeneità, hanno trovato altri luoghi in cui essere valorizzate: i mercati dei contadini, gli hub enogastronomici, le fiere e i mercati della terra non sono soltanto vetrine dei prodotti di un territorio, ma veri e proprio luoghi d’incontro e di scambio.

Ne hanno parlato: Giaime Berti, ricercatore presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed esperto di Food Policy; Raoul Tiraboschi, Vicepresidente del Consiglio Direttivo di Slow Food Italia; Massimo Torchio, Direttore del Mercato ortofrutticolo del Roero.

Contrasto agli sprechi alimentari e circolarità della filiera cibo.

Lo spreco alimentare è il fenomeno che causa la perdita di circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano.

Caratterizza ogni fase della catena di produzione e di consumo, una grandissima parte del cibo si spreca durante l’intero processo di produzione degli alimenti, mentre se nei paesi ricchi buona parte del cibo ancora buono viene sprecato direttamente dai consumatori, nei paesi in via di sviluppo lo spreco alimentare domestico è quasi nullo.

L’impatto ambientale di tale fenomeno è enorme: lo spreco alimentare rappresenta un grandissimo sperpero di risorse usate per la produzione come energia, acqua e terra contribuendo in maniera sostanziale alle emissioni e al cambiamento climatico.

Numerose sono le possibilità di riduzione dello spreco alimentare, la normativa in Italia ha fatto un grande passo in avanti con la legge 166 del 19 agosto 2016, la cosiddetta Legge Gadda, ma molto può essere ancora fatto in termini di riduzione alla fonte di sprechi e scarti

Ne hanno discusso l’Onorevole Maria Chiara Gadda, deputata della Camera e prima firmataria della legge contro gli sprechi alimentari e farmaceutici; Alessia Toldo ricercatrice dell’Università di Torino esperta di povertà alimentare e contrasto allo spreco; Giulietta Magagnoli, Direttrice del Centro Agroalimentare e logistica di Parma.

CONSULTA NAZIONALE DEI DISTRETTI DEL CIBO

La “Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo” è il luogo di rappresentanza dei Distretti che operano in ambito rurale e agroalimentare, interloquisce con le istituzioni a livello locale, nazionale e internazionale e con tutti gli altri soggetti economici e sociali coinvolti col tema.

Propone di valorizzare e accreditare l’esperienza dei Distretti anche nella loro funzione di ente intermedio, per rafforzare la capacità progettuale e di iniziativa nei territori per una migliore gestione delle risorse disponibili.

L’Associazione rappresenta gli associati e ne tutela gli interessi, favorisce sinergie e collaborazione tra i diversi Distretti e tra questi e i soggetti istituzionali, economici e sociali presenti nei diversi contesti.

Annualmente la Consulta organizza un convegno nazionale finalizzato allo scambio di esperienze tra tutti i soggetti coinvolti.  Nel 2022 la sede è stata Rho, nel 2023 Matera e dal 21 al 23 marzo 2024 il Piemonte.

a cura della redazione

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Written by giovanni47