“L’impatto del Covid sulle nostre scelte quotidiane ci porta a valorizzare il rapporto con la natura, a cercare beni di maggiore qualità e durata sinonimi di scelte consapevoli del patrimonio di materie delle terra. Assistiamo, dunque, nonostante un rallentamento mondiale dei consumi del fashion, a un’evoluzione costante da parte delle aziende verso la proposta di prodotti sostenibili”. Lo dichiara all’Adnkronos/Labitalia Alessandra Guffanti, socia e direttore commerciale di Guffanti Concept. La Guffanti, appassionata imprenditrice, opera nel settore da più di vent’anni guidando la direzione commerciale, internazionalizzazione e marketing dell’azienda ed è stata presidente del Gruppo giovani Imprenditori di Sistema moda Italia.
“Viviamo – ammette – un momento storico in cui convergono due temi importanti nella cultura della vita sociale. Da una parte, l’onda lunga di una maggiore attenzione all’ambiente iniziata certamente dalla tragedia del Rana Plaza nel 2013 in poi. La filiera italiana che include tutti i passaggi di filatura, tessitura, processi di nobilitazione e confezione ha avviato forti iniziative per essere la più virtuosa a livello internazionale anche attraverso il coordinamento della commissione Sostenibilità di Sistema moda Italia. Guffanti Concept – ricorda – è la piattaforma strategica per la distribuzione del fashion capace di supportare i brand della moda donna, sposa e bambino nella fase di produzione, comunicazione e crescita nei mercati in Italia e all’estero”.
“Con incidenza del fatturato estero – sottolinea – superiore al 40%, l’azienda, grazie anche a un team multiculturale di più di 40 persone tra italiani, russi e asiatici è stata capace di innovare il mondo della distribuzione internazionale del fashion collocandosi come partner strategico delle aziende a monte e non a valle delle scelte”. Lo showroom, fondato a Milano nel 1989, ha come principali mercati di distribuzione di brand italiani e internazionali: Italia, ex Urss, Great China, Corea e Middle East.
Moda: Guffanti, ‘materiali naturali organici per primavera-estate 2022’
“Le filature italiane hanno inserito nei loro campionari primavera-estate 2022 proposte sempre più ampie di materiali naturali organici certificati Gots o Ocs. Il certificato Grs-Global recycled standard, acquisibile solo dopo una validazione della partita di prodotto utilizzata, qualifica la materia di origine riciclata sia per quelle sintetiche sia per quelle naturali. Tra i materiali sintetici già in uso per le collezioni autunno-inverno 2021, troviamo le imbottiture dei capispalla di Repreve che certifica che il poliestere è 100% riciclato, tracciabile e proveniente da bottiglie di plastica post consumo”. Lo dichiara all’Adnkronos/Labitalia Alessandra Guffanti, socia e direttore commerciale di Guffanti Concept
“Ad esempio – spiega – North Sails, brand casual italiano, ha presentato una collezione in cui 80% dei capi abbigliamento e outerwear sono per più del 50% realizzati in materiale organico e riciclato. La scelta ambiziosa di privilegiare materiali più attenti all’ambiente si dimostra attraverso i certificati specifici e nell’investimento in tracciabilità del capo. La Blockchain di Spartantech è un esempio di processo facile, poco energivoro e che può rappresentare tutto il processo di realizzazione del capo .
“Dal 2018 – ricorda – sono ambassador dell’incubatore Startupbootcamp fashiontech a Milano che con i partner Prada, Stone Island, Valentino e Fondazione Cotone Lino seleziona ogni anno 10 startup a livello mondiale nei settori sostenibilità, omnichannel evolution e supply chain efficiency. Monte e valle della filiera italiana investono in ricerca per innovazione e anche quest’anno abbiamo incontrato tra i vari startup di nuove fibre a base di alghe, funghi, scarti agricoli, grafene e sistemi di tintura innovativa. L’utilizzo di queste nuove fibre e tessuti è una sfida per la confezione italiana rappresentata nella fiera annuale di Origin”.
“Utilizzare al meglio questi nuovi ingredienti – avverte – è parte del valore che le aziende di campionatura e produzione possono offrire sia per prodotti on demand sia per sperimentare nuove funzioni. Osserviamo come i fondi sempre più presenti nelle aziende italiane di filiera hanno l’obiettivo di valorizzare le unicità del sistema italiano. Proprio partendo da un nuovo knowhow di fibre organiche e riciclate anche in splendidi filati fantasia, possiamo pensare a una nuova stagione del tessile moda italiano fatta di bellezza e concreto rispetto della Terra”.
“L’Unione europea – afferma – ha tracciato un progetto di ampliamento della circolarità nell’industria tessile che permetterà di creare un nuovo sistema di raccolta rifiuti tessili ‘post consumo’ aumentando la quota riciclata come materia”.
“Conoscere i distretti – assicura Alessandra Guffanti – le pmi e le logiche umane delle nostre aziende sarà il compito di società di consulenza come McKinsey e Boston Consulting o big four come Pwc, Ey, Deloitte e Kpmg per accompagnare una crescita sana del tessuto imprenditoriale secondo la cultura italiana che ha reso grande il made in Italy nel mondo”.
a cura della redazione