“Ben venga il Decreto sostegno con l’abbandono dei codici ateco e la velocità dei pagamenti, come ha dichiarato il Presidente Draghi, con una attenzione particolare alle partite iva e con correzioni importanti e più eque rispetto al decreto ristori, ma urge mettere in campo ulteriori fondi nel Piano economico finanziario che diano aiuti ancora più incisivi rispetto al grave periodo di crisi. Soprattutto per le imprese dei settori più colpiti. Urge avviare comunque subito l’attuazione dei sostegni previsti mediante i provvedimenti attuativi.”
Lo dichiara Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio sulla ricostruzione economica post Covid-19 di Competere.eu.
“Il Decreto sostegni- spiega Arleo- prevede interventi diversificati al fine di attuare misure per il contrasto alle conseguenze economiche causate dalla pandemia. Si stima che entro fine aprile dovrebbe esserci l’erogazione dei sostegni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Sicuramente va premesso che è un inizio di aiuti, forse insufficienti per lo stato attuale e prospettico del mondo delle imprese e delle partite iva pertanto, anche come dichiarato in sede di presentazione delle misure, si rende già opportuno un nuovo intervento finanziario magari in sede di presentazione del Piano economico finanziario.
La somma complessiva prevista è ereditata dal passato, infatti l’importo complessivo è stato già autorizzato in Parlamento come scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro al fine di contrastare le conseguenze economiche del Covid-19. Gli ambiti previsti sono il sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore, lavoro e contrasto alla povertà, salute e sicurezza, enti territoriali e interventi settoriali.”
“Sicuramente- continua Arleo- aver destinato circa 11 miliardi di euro agli interventi a supporto delle partite iva che svolgono attività d’impresa, artigiani e professionisti oltre agli enti non commerciali e del terzo settore, rappresenta una prima iniezione di liquidità in aiuto concreto alle partite iva in difficoltà.”
Arleo spiega poi nel dettaglio le misure.
“Le misure- spiega Arleo- previste per le imprese, incluse anche le start up e quelle nate nel 2019 e 2020, hanno comunque delle novità rispetto al vecchio decreto ristori, a partire dall’abbandono del riferimento dei codici ateco per definire la platea dei beneficiari. Inoltre viene innalzata a 10 milioni di euro la soglia massima di fatturato dei potenziali beneficiari rispetto ai 5 milioni previsti in precedenza. Ulteriore novità poi è che gli aiuti saranno compresi tra un minino di 1.000 euro per le persone fisiche, 2.000 euro per le società e persone giuridiche e comunque un massimale di 150.000 euro. Infine la previsione di 5 aliquote di calcolo del contributo rispetto alle 4 precedentemente previste. Parimenti sono escluse le imprese nate dopo l’entrata in vigore del Decreto o che risultino cessate alla data di entrata in vigore, gli Enti pubblici regolati dall’art. 74 del Tuir e i soggetti disciplinati dall’art. 162-bis del Tuir.
L’aiuto concretamente, sotto forma di sostegno a fondo perduto non soggetto a tassazione irap o a imposte sul reddito, viene quindi concesso alle imprese che hanno subito perdite superiori al 30% rispetto al fatturato del 2020 con la precisazione, come previsto dal comma 3, che i ricavi derivino solo da cessione di beni e servizi ad esclusione della cessione di beni strumentali, azioni, strumenti finanziari, ecc.
Il calcolo avviene su base del fatturato medio mensile del 2020 rispetto al 2019 a cui si applicano aliquote diverse a secondo del fatturato dichiarato, partendo dal 20% per i fatturati da 5 a 10 milioni di euro, 30% per quelli da 1 a 5 milioni, 40% per i fatturati da 400.000,00 euro a 1 milione, 50% per i fatturati da 100.000,00 a 400.000,00 e infine il 60% per la perdita media mensile per fatturati inferiori a 100.000,00 euro.
L’Agenzia delle Entrate stima che il ristoro medio per le imprese sarà di 3.700 euro con uno stanziamento stimato alle 3 milioni di partite iva con una media calcolata tra 2.000 euro per le imprese di prima fascia e 5.000 per le imprese di seconda fascia. Ancora troppo poco se pensiamo alle imprese dei settori più colpiti.
L’istanza- conclude Arleo- avviene in maniera telematica all’Agenzia delle Entrate con la possibilità di ottenere, da parte del beneficiario, un contributo a fondo perduto oppure optare per l’ottenimento di un credito d’imposta. Si stima, inoltre, che l’ottenimento del contributo potrebbe avvenire entro fine aprile 2021 ma comunque per l’avvio della fase attuativa si rende necessario, oltre alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto stesso, anche del provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate per avviare le richieste di contributo.”
a cura della redazione