Si torna a parlare di Arte e Scienza con l’ottavo incontro del ciclo di conversazioni de “La Scienza a regola d’Arte”, nate dalla proficua collaborazione tra il MASI Lugano e IBSA Foundation per la ricerca scientifica. Saranno protagonisti di questa nuova conversazione l’artista Stefano Arienti e lo storico della medicina Paolo Mazzarello.
L’arte, nella sua dimensione sociale e culturale, rappresenta un bisogno innato per l’uomo e in quanto tale universale; la scienza, invece, permette in modo diretto lo sviluppo delle conoscenze sulla natura con tutte le conseguenze, anche pratiche, che ne derivano.
Da questo punto di partenza la tematica verrà sviluppata dialogando a proposito della creazione artistica e di quella scientifica: l’arte non è infatti vincolata a un metodo rigoroso, ma supera le barriere spazio-temporali, mentre la scienza è soggetta a binari e vincoli spesso predefiniti.
Entrambe le discipline hanno quindi una dimensione sociale che contribuisce al benessere dell’uomo, nonostante questa sia declinabile in diverse sfaccettature.
In questa occasione, Stefano Arienti, artista italiano contemporaneo e Paolo Mazzarello, Professore Ordinario di Storia della Medicina presso l’Università di Pavia riflettono sul ruolo dell’arte e della scienza come “cure” per il nostro mondo moderno.
Accomunati da una formazione scientifica e dalla scelta di intraprendere percorsi professionali che da essa differiscono, l’artista Stefano Arienti e lo storico della medicina Paolo Mazzarello dialogheranno quindi di queste tematiche, ancora più attuali e significative se si pensa alla situazione pandemica.
La conversazione, moderata da Clara Caverzasio, arricchisce con interessanti spunti di riflessione il progetto “La Scienza a regola d’Arte”, che dal 2017 permette a due discipline che da sempre collaborano alla diffusione della cultura, come l’Arte e la Scienza, di dialogare in un proficuo scambio di punti di vista e di confronto.
L’ultimo incontro de “La Scienza a regola d’Arte”, tenutosi il luglio scorso, ha visto l’artista Marc Bauer e lo scienziato Luca Maria Gambardella dialogare sul tema dell’ispirazione, intesa come processo alla base della creazione artistica e scientifica.
Attraverso questa iniziativa MASI Lugano e IBSA Foundation per la ricerca scientifica estendono il proprio ambito d’interesse e di approfondimento a temi apparentemente distanti dai loro mandati istituzionali, assecondando una realtà in cui la relazione fra arte, scienza, tecnologia e ricerca è ormai così stretta da risultare spesso inscindibile.
Stefano Arienti
Nato ad Asola, in provincia di Mantova, nel 1961, è laureato in agraria e si avvicina all’arte attraverso la frequentazione di figure di spicco della cultura milanese tra cui Corrado Levi. Esordisce a metà degli anni Ottanta alla Brown Boveri (una ex-fabbrica utilizzata come luogo d’incontro e sperimentazione da molti giovani artisti) a Milano, ottenendo importanti riconoscimenti dalla critica.
Fin dall’inizio la sua ricerca rivolge l’attenzione ai processi di analisi e manipolazione di immagini e materiali tratti dal mondo reale e quotidiano: attraverso un processo del tutto personale e sempre nuovo, l’autore li trasfigura, offrendo loro una possibilità di significazione inedita e sorprendente.
Il lavoro di Arienti prende dunque le mosse da oggetti e figure preesistenti – includendo la tradizione dell’arte antica e le forme della cultura popolare – ma ne realizza alterazioni e traduzioni che ne modificano il senso, in un processo creativo dirompente.
L’artista affronta temi chiave come il rapporto con la realtà naturale, il ruolo dell’immaginazione e il concetto di originalità; in anni più recenti si è cimentato nella realizzazione e installazione di opere monumentali, che sono però sempre esito di un processo conoscitivo dal basso, ispirato da un preciso contesto culturale.
Rielaborando materiali “poveri” e d’uso comune – tra i quali figurano di frequente la carta, i libri e le immagini tratte da cartoline, poster o fotocopie, come pure il polistirolo, la plastica, la plastilina, le stoffe – Arienti realizza opere che stupiscono lo spettatore, lo invitano a riflettere sul tema della “meraviglia” e ne sollecitano la partecipazione.
Paolo Mazzarello
Professore Ordinario di Storia della Medicina nell’Università di Pavia, dove si è laureato con lode in Medicina nel 1980, è specialista in Neurologia (1984) e Dottore di Ricerca in Scienze Neurologiche (1987). Dal 2007 è Presidente del Sistema Museale di Ateneo di Pavia dove attualmente dirige “Kosmos”, il Museo di Storia Naturale basato sull’idea, da lui proposta, del viaggio come impresa scientifica.
Ha collaborato con i quotidiani “La Stampa”, “Corriere della Sera” e ha scritto sui suoi supplementi “Sette” e “La Lettura”. Mazzarello è autore di circa 250 articoli su riviste nazionali e internazionali (tra l’altro ha scritto sulle riviste: “Lancet”, “Nature”, Nature Rev. Mol. Cell Biology”, “Endeavour”).
Fra i suoi libri più recenti si segnalano L’erba della Regina. Storia di un decotto miracoloso (Bollati Boringhieri 2013), E si salvò anche la madre (Bollati Boringhieri 2015), L’elefante di Napoleone (Bompiani 2017), L’inferno sulla vetta (Bompiani 2019), Ombre nella mente (Bollati Boringhieri 2020).
Il suo ultimo libro, L’intrigo Spallanzani, è dedicato alla figura del grande naturalista Lazzaro Spallanzani e a una drammatica vicenda nella quale venne coinvolto durante il suo viaggio a Costantinopoli nel 1785-86. Mazzarello è membro effettivo dell’Istituto Lombardo – Accademia di Scienze e Lettere (segretario della Classe di Scienze Morali dal 2020) – e membro dell’Academia Europaea (The Academy of Europe).
a cura della redazione