Il PNRR rappresenta una grande occasione di crescita per il florovivaismo italiano, grazie ai finanziamenti che andranno agli enti locali per il verde urbano e la riforestazione. Servono però scelte rapide dei progetti, un approccio manageriale e la semplificazione delle procedure.
La crescita del verde urbano può contribuire alla riduzione dell’inquinamento cittadino e al benessere fisico e psichico delle persone. E’ quanto emerso dal convegno odierno “Green Agorà: il Verde nel PNRR: occasione di sviluppo e qualificazione del verde urbano”, organizzato dalla fiera Flormart a Padova.
Il comparto florovivaistico italiano rappresenta il 5% dell’intera produzione agricola nazionale, per un valore di 2,7 miliardi di euro. Vi operano 13.633 aziende, che impiegano 100mila persone nella produzione diretta, cui vanno aggiunte quelle occupate nell’indotto. Le esportazioni di piante, fiori e fronde valgono poco più di 1 miliardo di euro (dati Istat, ottobre 2021).
Il convegno è stato aperto da un intervento di Carlo Ferro, Presidente di ICE – Agenzia che ha detto: “ICE – Agenzia è a fianco del florovivaismo, della fiera Flormart e delle altre manifestazioni di settore. Siamo impegnati a favorire l’incoming di buyer esteri e ad assistere le imprese italiane nelle fiere di settore all’estero. Riteniamo che il florovivaismo italiano possa essere promotore della trasformazione green delle città. Va sottolineato che l’export del comparto ha registrato un aumento del 21,6% nei primi sei mesi del 2021, rispetto al 2019”.
E’ poi intervenuto Stefano Patuanelli, Ministro per le Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali, che ha dichiarato:
“Il PNRR è ormai entrato nella sua fase esecutiva e il settore florovivaistico, che può contribuire alla transizione ecologica, è chiamato a una progettazione di medio e lungo periodo: dai giardini verticali, al riutilizzo degli spazi industriali, passando per il vertical farming, la logistica e le tecniche sostenibili di produzione in serra e in campo”.
“Per sostenere questo processo di evoluzione – ha detto ancora il Ministro – la legge di bilancio 2022 ha previsto la proroga per il triennio 2022-2024 del Bonus Verde con la detrazione IRPEF del 36% delle spese sostenute per la cura del verde”.
Flormart, dal 1974 la fiera nazionale del florovivaismo, si terrà a Padova dal 21 al 23 settembre 2022, gestita da Fiere di Parma, grazie a un accordo decennale con Padova Hall. Fiere di Parma sfrutterà quindi l’affinità di questo settore agricolo con il modello agroalimentare di Cibus, farà leva sul suo know how per promuovere l’export del florovivaismo, vera e propria eccellenza del made in Italy, confortata dall’assenso dei distretti italiani del settore a realizzare a Padova la grande fiera nazionale del Verde.
Nella prima sessione del convegno di Flormart è stato analizzato il verde nel PNRR.
“I finanziamenti devono essere programmati con oculatezza – ha detto Roberto Diolaiti, Presidente Pubblici Giardini – ispirandosi alle pianificazioni che molti Comuni hanno già approvato e i progetti dovranno essere effettivamente realizzabili. Vanno quindi individuate nuove sinergie e strategie che coinvolgano tutti i livelli della filiera (dai produttori, agli attuatori, fino ai gestori)”.
Ciro Degl’Innocenti del Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova ha ricordato la necessità di far presto: “Il PNRR prevede tempistiche stringenti per l’utilizzo dei fondi, gli impegni di spesa dovranno essere stabiliti entro il 2023, mentre i pagamenti dovranno essere effettuati entro il 2026”.
Si dovrà tener conto di diverse criticità, come illustrato da Francesco Ferrini dell’Università di Firenze, Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia: “Senza cambiamenti sostanziali, i vivai nazionali non potranno soddisfare la crescente domanda di riforestazione.
Mancano superfici utilizzabili per le piantagioni e contratti di dimensioni e durata sufficienti per giustificare gli investimenti, mentre una serie di vincoli ambientali frenano l’espansione delle superfici investite a vivaio”.
Per il cambiamento, oltre ai dettagli tecnici e organizzativi, serve anche un cambiamento di mentalità, come sottolineato da Rosy Sgaravatti, Presidente di Assoverde: “E’ necessario prima di tutto un cambio di rotta culturale, coinvolgere i cittadini nella gestione attiva e responsabile del territorio in modo da monitorare il verde e rendere i giardini luoghi ameni e sicuri”.
Nella seconda sessione del Convegno è stato sottolineato come la revisione avvenuta nel 2020 dei Criteri ambientali minimi (CAM) per il servizio di gestione del verde pubblico potrebbe facilitare l’inserimento del Verde Pubblico nel PNRR. Ma non mancano le criticità.
“La revisione dei CAM offre la grande opportunità d’inserire requisiti tecnici di ammissione nelle gare d’appalto che selezionino gli operatori economici in base alle effettive capacità tecniche – ha sostenuto Marco Magnano, Gruppo di lavoro CAM Pubblici Giardini – Viene poi introdotto l’obbligo, per le Amministrazioni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti, del censimento delle aree verdi”.
Si lamentano però preoccupanti ritardi: “I Cam del verde risultano ad oggi non applicati in modo adeguato nelle gare d’appalto bandite dalla Pubblica Amministrazione – ha dichiarato Alberto Patruno, Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Imprese di Difesa e Tutela Ambientale (Asso.Impre.Di.A.) – Ci si chiede se esistano le competenze tecniche e una sufficiente esperienza da parte delle risorse umane nella Pubblica Amministrazione”.
Su come muoversi per prevenire criticità è intervenuto Cleto Matteotti, Presidente Giardinieri Paesaggisti: “Le associazioni di categoria reclamano da anni la necessità di abbandonare il criterio del massimo ribasso nelle gare di appalto anche per contrastare il diffuso fenomeno della ‘malagiardineria’. Inoltre vanno evitate eccessive esternalizzazioni, lasciando la gestione alle Amministrazioni”.
a cura della redazione