Il brand nasce in Svezia nel 1939, letteralmente è la contrazione di Frukt Industrin, “Industria della frutta” e nel 1962 arriva nell’Agro Pontino a Cisterna di Latina. Perchè tale location? Perchè piu’ vicina ai prodotti e ad un territorio vocato all’agricoltura anche se gli agricoltori sono sospettosi ed é difficile cambiare le loro abitudini. Noi ci abbiamo provato e ancora oggi c’è chi collabora con noi da oltre 50 anni.” Spiega Matteo Lauriola ex agrononomo del gruppo che insieme a Valerio Vitolo, responsabile risorse umane, di Findus, Angelo Riviezzo, professore universitario e coautore della monografia con Leaving Footprint, Vittorio Gagliardi ex responsabile ricerca e sviluppo, e Claudia Puzziello, marketing manager di Findus ha partecipato oggi, alla conferenza stampa di presentazione del libro celebrativo dell’evento tenutasi presso il Mondadori Megastore di Milano.
A moderare l’incontro Eleonora Chioda giornalista e direttrice di Millionaire.
“Le storie e le vicende di Findus dal boom degli anni 60 ad oggi si legano a quelle della società, attraverso l’evoluzione di tendenze, gusti e modelli di consumo alimentare.
Nel corso del tempo il brand ha lanciato marche, prodotti e spot che hanno instaurato un legame affettivo con le persone: da Capitan Findus al camaleonte affamato Carletto fino ad arrivare a Green Cuisine, con la sua proposta di alternative veg e la sua spinta al cambiamento” sottolinea Claudia Puzziello “un gruppo che oggi copre una quota di mercato pari al 20%, con punte che superano il 50%, se si considerano i prodotti più consolidati, dal pesce ai vegetali”.
Findus ha chiuso il 2020 con vendite per circa 700 milioni di euro in Italia e impiega tra lo stabilimento produttivo di Cisterna di Latina e la sede amministrativa di Roma più di 480 collaboratori. “Attraverso questo libro abbiamo voluto ripercorrere la storia di Findus attraverso decenni di cambiamenti nelle abitudini alimentari e nello stile di vita degli italiani” hanno riferito i relatori.
a cura della redazione