La dermatite atopica è una malattia cronica della pelle che colpisce il 20-30 per cento dei bambini, circa 1 milione in tutta Italia, e il 3 per cento degli adulti, pari a circa 1,5 milioni
In estate gli agenti esterni possono aggravare le manifestazioni cutanee: via libera a trattamenti intensivi in gel rinfrescanti e nutrienti
On-Air “La voce della pelle” per sensibilizzare e fornire strategie mirate adatte al trattamento della dermatite atopica attraverso una serie di podcast in dieci puntate su Spotify
La dermatite atopica è una malattia cronica della pelle che colpisce a tutte le età, anche se l’insorgenza e l’incidenza sono maggiori nei primi anni di vita. Interessa il 20-30 per cento dei bambini (circa 1 milione in Italia) ed è presente in età adulta nel 3 per cento della popolazione (circa 1,5 milioni di adulti).i In due terzi dei casi, infatti, la malattia tende a placarsi con l’arrivo della pubertà e con il conseguente aumento della produzione di sebo.ii
La dermatite atopica è una malattia non contagiosa su base genetica, causata da diversi fattori, primo fra tutti un’insufficiente produzione di alcuni lipidi o un’alterazione a carico di una proteina chiamata filaggrina, la quale causa un’eccessiva secchezza della pelle. Come molte patologie della pelle, la dermatite atopica ha un forte impatto psicologico, per i disagi che comporta, su chi ne soffre e sulla sua famiglia.
Le cause della dermatite atopica vengono spesso anche ricondotte al clima rigido della stagione invernale, associato alla secchezza dell’aria delle case con riscaldamento; la stagione estiva, invece, viene percepita come un periodo libero dalla malattia. “È infatti credenza diffusa che l’esposizione solare, soprattutto per i bambini atopici, sia benefica”, spiega Federica Osti, dermatologa.
”Se è vero che i raggi UVB hanno un’azione antinfiammatoria che potrebbe migliorare lo stato della pelle affetta da dermatite atopica, è altrettanto vero che la pelle con una barriera cutanea fragile esposta al sole, al vento, all’acqua del mare, a contatto con sudore e sabbia può reagire con manifestazioni che ne peggiorano lo stato complessivo, portando ad un peggioramento del rossore, del prurito e delle altre manifestazioni.
Caratteristica della dermatite atopica, tuttavia, è uno stato di infiammazione quasi costante, anche quando la pelle non mostra segni visibili di sofferenza. La pelle con dermatite atopica, infatti, presenta una barriera cutanea fragile e agenti esterni, quali per esempio, il cloro presente nelle piscine come disinfettante o la salsedine nel mare possono peggiorare la situazione. Con la stagione estiva non va sottovalutato il sudore, costituito per la massima parte da acqua, che priva di ulteriore idratazione il corpo e la pelle del bambino”.
“Anche d’estate, dunque, la dermatite atopica va trattata per scongiurare manifestazioni cutanee, a fronte di un apparente miglioramento temporaneo.
Uno degli ostacoli spesso incontrati da chi soffre di dermatite atopica è la formulazione dei preparati consigliati dagli specialisti, che spesso risulta inadatta alla calura estiva. Via libera, dunque, a prodotti dalla texture più leggera”, come ci ricorda la dermatologa Federica Osti “In estate, la consistenza dei trattamenti per la dermatite atopica deve andare incontro all’esigenza di avere prodotti facilmente spalmabili come gel, facili da stendere/spalmare che rinfrescano e idratano la pelle senza lasciare tracce”.
Queste formulazioni, conosciute come Skin Barrier TherapyTM, come Atoderm Intensive gel-crème, limitano anche l’adesione del batterio Staphylococcus aureus, i cui livelli sono associati alla gravità della malattia, mentre la Vitamina PP, ingrediente biomimetico, stimola la produzione dei lipidi e rinforza la barriera cutanea. Come sottolineato nel podcast su Spotify “La voce della pelle”, lanciato a fine marzo da Bioderma, brand del gruppo Naos, dedicato principalmente alle madri di bambini con dermatite atopica con lo scopo di dar loro supporto, il farmacista può rivelarsi una figura essenziale che può supportate l’utente nell’acquisto di un prodotto, sia questo un farmaco o un dermocosmetico, e nella sua applicazione.
Quest’ultimo, in particolare, è fondamentale nella cura di alcune patologie cutanee, ma in particolare della dermatite atopica. I farmaci, infatti, non agiscono direttamente sull’alterazione lipidica della barriera cutanea, al contrario dei prodotti topici.
La campagna informativa prende in esame la dermatite atopica da diversi punti di vista: quello non solo del dermatologo, ma anche dello psicologo con il coinvolgimento di Alessia Romanazzi e di Valeria Locati, del farmacista e social media coach Chiara Sertorelli, del cosmetologo con Giovanni Tafuro ed infine del biologo nutrizionista, con Marco Mereu. Si aggiunge alla lista di esperti anche Silvia Rossi, autrice radiofonica e scrittrice, nei panni di tre tipologie di madri di bambini con dermatite atopica che visitano regolarmente l’ambulatorio del dermatologo.
Non va infine dimenticato che la dermatite atopica rientra nelle cosiddette “malattie psicosomatiche”, nel senso che i fattori psicologici possono contribuire ad acuire il disturbo.
Ma non solo: questa malattia può avere un forte impatto anche sulla vita di una famiglia. Ai sintomi fastidiosi, come il prurito, la secchezza e la pelle arrossata che causano disagio nel bambino, si possono aggiungere frustrazione e senso di inadeguatezza nelle madri. Come altre malattie della pelle, la dermatite atopica può impattare le relazioni interpersonali. Proprio per questo, è necessario prendersi cura della pelle atopica anche quando rossore ed eritemi sembrano essersi mitigati e lasciare da parte false credenze e falsi miti.
“Con lo sviluppo di una formulazione dalla texture più leggera”, afferma Filippo Immè, General Manager del gruppo NAOS, “abbiamo voluto andare incontro ai bisogni di chi soffre di disturbi come la dermatite atopica ed esprimere la vicinanza di NAOS alle persone con atopia nel periodo dell’anno in cui la pelle è in primo piano e il suo benessere è importante per il confort della persona e delle sue relazioni. Per questo è ancora disponibile su Spotify la campagna ‘La voce della pelle’, progetto attraverso il quale abbiamo voluto dare supporto alle madri e a tutti coloro che hanno a che fare con questa malattia”.
NAOS
Quando ha creato i primi prodotti BIODERMA e INSTITUT ESTHEDERM nel 1977, Jean-Noël THOREL (farmacista-biologo) ha aperto la strada ai cosmetici attivi integrando per la prima volta la biologia nei cosmetici, con l’obiettivo di cambiare il paradigma. Ha aperto la strada a quella che oggi conosciamo come la cosmetologia moderna.
NAOS oggi è un’azienda internazionale e un importante attore nel settore della cura della pelle grazie alle sue innovazioni e alle sue competenze ecobiologiche.
Presente in più di 130 paesi, NAOS ha scelto un unico sito di progettazione e produzione, NAOS Les Laboratoires, ad Aix-en-Provence (Francia) per controllare la qualità e la formulazione unica dei suoi prodotti.
NAOS e i suoi tre marchi: BIODERMA , INSTITUT ESTHEDERM e ETAT PUR (quest’ultimo non ancora presente in Italia) – sono uniti da un approccio unico e distintivo: l’ecobiologia. Combinazione di ecologia e biologia della pelle, l’ecobiologia guarda allo skincare da un punto di vista diverso, considerando la pelle un ecosistema in permanente interazione con il suo ambiente. Quando la pelle soffre, oltre a trattarla è necessario rieducarla a vivere secondo la sua biologia naturale, qualunque siano le condizioni interne o esterne che si trova ad affrontare.
Ispirata dalla vita e guidata dal cuore, NAOS è una fondazione indipendente.
a cura della redazione