L’Orata e Foie Gras, salsa bouillabaisse e pesto alla genovese e gli Spaghetti alle alici al mortaio e burro di Francia, che rappresentano, in modalità diverse, le anime ventimigliese e francese dello Chef; il Risotto 1960 al polpo e alle erbe di mia nonna Maria, il cui pesto di 10 erbe diverse è noto solamente a un membro della famiglia Pani per volta; l’Insalata di ostriche in frittura alla vinaigrette di tartufi e gli Spaghetti freschi ai peperoni, scampi crudi, finocchiona e condimento alla rucola, le più recenti creazioni contemporanee dello Chef.
Queste sono solo alcune delle portate che formano la carta del Marco Polo 1960, dove ciascuna creazione diventa portavoce di un messaggio preciso che Diego vuole dare: portare in tavola una cucina coerente con il luogo in cui viene degustata, fatta dal meglio della selezione della zona, grazie al sapere tramandatogli dalla famiglia e dai più grandi Chef con cui ha lavorato e alla collaborazione con artigiani locali che condividono la sua stessa filosofia di cucina e di vita.
|