Calerà domani il sipario sulla XX edizione di BergamoScienza, che per diciotto giorni ha accompagnato il pubblico alla scoperta del mondo che cambia, delle più recenti rivoluzioni in
ambito medico, delle sfide tecnologiche del futuro e delle nuove prospettive che il progresso scientifico apre in ogni ambito della nostra vita.

L’impegno divulgativo del festival prosegue, però, con la mostra Venti di scienza. Come cambia la scienza. E noi con lei, allestita al Bergamo Science Center dall’Associazione BergamoScienza, che rimarrà aperta ai visitatori fino al 23 dicembre (www.bergamoscienza.it).

Articolata in quattro macro aree – Spazio ed Evoluzione, Neuroscienza e Salute, Ambiente ed Energia, Scienza e Arte – la mostra è un’esperienza immersiva nella storia ventennale di BergamoScienza.

Un viaggio attraverso le scoperte scientifiche raccontate in questi anni, grazie alle più autorevoli voci della comunità scientifica italiana e internazionale.

Installazioni ed exhibit interattivi conducono i visitatori alla scoperta dell’evoluzione umana, dei traguardi presenti e futuri dell’esplorazione spaziale, del rapporto tra esseri umani e risorse del Pianeta: si può fare la spesa tra gli scaffali di un supermercato e capire quanta acqua consumiamo e quanta Co2 produciamo; si può ammirare la tuta spaziale di addestramento degli astronauti dell’Apollo e un prototipo delle tute per le future spedizioni umane su Marte; ci si può mettere in gioco in un quiz sugli argomenti affrontati dal festival nelle passate edizioni.

Una curiosità: nella sezione Spazio ed Evoluzione, si può persino osservare la prima possibile meteorite bergamasca, rinvenuta nel 2020 da un giovane di Seriate sulle pendici del Monte Costone.

«Chiunque visiterà la mostra potrà constatare che arte e scienza sono molto più legate di quanto non si creda» afferma Alessandro Bettonagli, curatore della mostra. «L’utilizzo delle tecnologie a sostegno dell’espressione artistica, tematiche di ricerca scientifica come pretesto per la creazione di nuovi linguaggi artistici e l’arte matematica a sostegno delle composizioni musicali.

La sinergia tra arte e scienza ha creato bellezza nel corso della nostra storia. Questo e molto altro si può trovare all’interno della mostra: non la scienza che fa spettacolo ma lo spettacolo della scienza».

La mostra testimonia il proposito del festival sin dai suoi esordi: portare la scienza nella quotidianità di tutti, appassionati e curiosi, adulti e bambini, traducendo in termini comprensibili numeri, formule, teorie e processi scientifici. «La scienza è fondamentale, se vogliamo migliorare sempre più la nostra vita» affermano gli organizzatori. «E la divulgazione scientifica sarà lo strumento chiave per diffondere la scienza a tutti i livelli della società».

La mostra è ideata da Alessandro Bettonagli, Luca Perri, Diego Mattarelli, Emanuela Pagliari. La curatela scientifica è di Diego Mattarelli e Emanuela Pagliari. L’allestimento è stato curato da Alessandro Bettonagli e da TheBuss.

a cura della redazione

Written by giovanni47