Prosegue anche nel 2022 la collaborazione dei musei della Fondazione Torino Musei con Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea.
Per la ventinovesima edizione, la prima sotto la direzione di Luigi Fassi, i tre musei sono lieti di ospitare So will your voice vibrate (Così vibrerà la tua voce) progetto che comprende due installazioni sonore alla GAM con Riccardo Benassi (galleria Zero…, Milano) e al MAO con Charwei Tsai (galleria mor charpentier, Parigi, Bogotà) e una performance a Palazzo Madama di Darren Bader (galleria Franco Noero, Torino).
A partire dal 3 novembre 2022 e fino all’8 gennaio 2023 la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea è felice di presentare nei suoi spazi l’opera inedita di Riccardo Benassi, Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina, 2019-2022. Originariamente composta nel 2019, come colonna sonora temporanea dello shopping mall/concept store disegnato da Zaha Hadid per City Life a Milano, è ora rielaborata da Benassi in forma di scultura sonora la cui presenza, nello spazio della GAM, agisce attraverso la forza minimale di un segno grafico. La traccia audio, 4 secondi in loop, è interamente realizzata con la voce dell’artista, attraverso un uso non convenzionale dell’Autotune, una scelta che sottolinea la commistione tra il soggettivo corporeo delle corde vocali e la ‘rettificazione’ oggettivante della griglia digitale. La commistione si trova ribadita nella particolare scelta di utilizzare l’unico speaker morbido attualmente disponibile. Il suo corpo flessuoso si sovrappone idealmente alla corporeità dell’artista che ha generato i suoni, in una duplicazione tecnologica che sembra desiderare l’identificazione col biologico e persino il suo superamento in una forma assoluta. Benassi riconduce la traccia audio alla tipologia di suoni chiamata Mallwave, un sottoinsieme della Vaporwave, musica pensata per insinuarsi, come un sottofondo quasi inavvertito, nel vuoto psicologico degli ascoltatori distratti, dallo shopping, dalla necessità di spostarsi da un luogo all’altro, dai propri pensieri. Il dislocamento di quel vuoto nello spazio di un museo che, al contrario, è intessuto di significati e di volontà di ascolto e osservazione da parte del pubblico, rivoluziona la vacuità del centro commerciale e dei cosiddetti non-luoghi del contemporaneo, ne fa realmente la poesia di un deserto incastonato in un’architettura: una proiezione, o il miraggio, di uno spazio che non possiede un termine e forse neppure un tempo.
Il MAO Museo d’Arte Orientale presenta Ah!, videoinstallazione dell’artista Charwei Tsai commissionata anni fa da The Esplanade, Singapore, che risuona ancora oggi grazie al potere della sillaba tantrica Āḥ, l’ultima contenuta in “The Hundred-Syllable Mantra of Vajrasattva”, il mantra più importante per la scuola Sakya, o l’antica scuola prima della riforma Gelupa nel XVII secolo in Tibet.
Āḥ significa “Io sono con te”, oltrepassa la dualità e quindi la sofferenza che questa implica se non la si comprende appieno. Il lavoro di Charwei è semplice: una modulazione del suono āḥ da parte di diverse voci che increspano la superficie dell’acqua su cui la stessa sillaba è scritta con l’inchiostro.
Il gesto fragile del pennello che si posa sull’acqua, il suono con il qi che crea le onde sulla superficie (qui spazio su cui scrivere), tutto questo è sospeso nel giardino del MAO come in un Eden sulla Terra.
Superare l’idea di dualità è il modo per andare oltre la falsa esistenza e comprendere così la vera natura del Tathāgata o 如来 in cinese, il Buddha. Questa installazione, in cui il suono fa esistere l’opera e la parte visiva la supporta come un commento, sembra la perfetta introduzione a Buddha10, mostra che pone domande relative a molti aspetti del buddismo e delle sue rappresentazioni.
Āḥ si pone come l’insieme di suoni della contemplazione dell’unità e, come tale, funziona idealmente come punto di ingresso a configurazioni rituali in cui il suono stesso è quintessenza della meditazione.
Meditare su Vajrasattva è come meditare su tutti i buddha: il mantra delle cento sillabe è la quintessenza di tutti i mantra. L’opera è visibile nei giardini del Museo dal 20 ottobre 2022 a marzo 2023.
A Palazzo Madama venerdì 4 e sabato 5 novembre alle ore 11 Darren Bader presenta Antipodes: musical quartets (2013), un’opera performativa con due ensemble musicali che interagiscono tra loro, un quartetto d’archi e una rock band di quattro elementi. Le musiche sono liberamente scelte dai musicisti, una composizione sinfonica da parte del quartetto e una cover del proprio repertorio da parte della rock band. Gli esecutori iniziano a suonare entro dieci secondi l’uno dall’altro, per terminare una volta conclusa l’esecuzione della composizione che hanno scelto di suonare. Obiettivo della performance è creare un corto-circuito musicale, in quanto i musicisti saranno mescolati tra di loro e posizionati a distanza di qualche metro l’uno dall’altro.
L’opera prende spunto da una riflessione metaforica sul significato degli antipodi, intesi come due punti della superficie terrestre situati in posizioni diametralmente opposte l’uno dall’altro e idealmente collegati da una retta che passa per il centro della Terra. La dispersione dei musicisti di Antipodes nello spazio evoca la visione frammentata di più punti dispersi sul globo, impossibili da racchiudere in uno sguardo d’insieme, ma tuttavia attori di un medesimo contesto.
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino | da martedì a domenica 10-18 – chiuso il lunedì (la biglietteria chiude alle 17).
MAO Museo d’Arte Orientale | da martedì a domenica 10-18 – chiuso il lunedì (la biglietteria chiude alle 17).
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica | da mercoledì a lunedì 10-18 – chiuso il martedì (la biglietteria chiude alle 17).
a cura della redazione