Il 2022 è stato un anno di ripresa per il mondo del lavoro: hanno trovato occupazione 334 mila persone e il tasso di occupazione ha raggiunto la percentuale record del 60,5%, recuperando così, la crisi legata alla pandemia che aveva portato la disoccupazione a due cifre e gli inattivi oltre ai 14 milioni di persone.
Anche il lavoro in somministrazione fornisce dati incoraggianti: secondo le analisi di Jobtech, (https://jobtech.it), l’agenzia per il lavoro di nuova generazione, il secondo semestre dell’anno appena concluso ha registrato un aumento complessivo del 26% degli annunci di lavoro disponibili online rispetto alla prima parte dell’anno. Parallelamente, i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione registrano un forte aumento, pari al 27%, del numero di persone in cerca di una nuova opportunità lavorativa.
Una questione di genere
L’indagine, svolta da Jobtech su 60.000 utenti attivi sui portali verticali dell’agenzia nel secondo semestre del 2022, conferma quella che è ormai una costante italiana: sono le donne ad avere più difficoltà nel trovare un’occupazione. Sono sempre loro a cercare lavoro in misura maggiore rispetto agli uomini: ben il 64,8%, contro un 35,2% della compagine maschile.
Il dato, che esaspera il risultato allarmante registrato nel primo semestre (63 vs 37%), conferma che l’aumento dell’occupazione del 2022 ha riguardato quasi solo gli uomini: c’è un problema di esclusione sociale delle donne dal mercato del lavoro che si è ormai cristallizzato – visto che la situazione è identica a quella del 2021.
Le donne che cercano lavoro, oltretutto, sono più qualificate degli uomini, perlomeno se parliamo di titoli di studio: il 68,5% delle donne ha almeno un diploma, contro il 59,2% degli uomini.
Guardando, invece, le differenze anagrafiche Jobtech rileva che sono i millennial a rappresentare la maggioranza di chi cerca lavoro: appartiene a questa fascia d’età il 41% del totale del campione; segue, con il 35,1%, la Generazione X (che raggruppa i nati tra il 1965 e il 1980). Non mancano, però, i più giovani: è membro della Generazione Z (nati a partire dal 1996) il 18,5%; i Baby boomer (nati dal 1950 al 1965), rappresentano solo il 4,9% del totale (percentuale comunque doppia rispetto ad un anno fa).
Le differenze regionali
In fatto di opportunità lavorative e dinamismo occupazionale l’Italia, anche nel 2022, resta spaccata in due: nel secondo semestre dell’anno appena passato, il 74% degli annunci di lavoro online proveniva dal Nord Italia (rispettivamente il 42% dal Nord-Ovest e il 32% dal Nord-Est). Dal Centro solo il 16%, mentre dal Sud e Isole solo il 10%: una situazione, questa, pressoché immutata rispetto alle rilevazioni del 2021.
Nel dettaglio, la Lombardia, con il 31,3%, si è confermata anche in questo secondo semestre la regione con il numero più alto di annunci di lavoro disponibili, seguita da Veneto (14,2%), Emilia Romagna (12,9%), Piemonte (8,8%) e Lazio (7,3%).
Questa spaccatura del Paese si ripercuote anche sulla domanda di lavoro.
Rapportando i dati con gli abitanti, le regioni con la popolazione più attivamente alla ricerca di lavoro sono state Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Di contro, quelle in cui si è meno cercato lavoro tramite i canali online sono state Campania, Sicilia e Calabria.
La spaccatura Nord-Sud si conferma anche per quanto riguarda la competizione tra candidati: le regioni contraddistinte dai più alti rapporti tra annunci e candidature sono state Basilicata, Sicilia e Molise, mentre quelle dove c’è stata minor competizione su una singola offerta di lavoro – e quindi più chance di assunzione – sono state il Piemonte, l’Emilia Romagna e il Veneto.
La media degli annunci di lavoro, in linea generale, mostra un andamento positivo in tutta la Penisola, con una media del +34% rispetto agli ultimi sei mesi del 2021.
Sono le isole, Sardegna e Sicilia, le regioni che hanno registrato la più alta crescita di offerte di lavoro tra il secondo semestre del 2022 e il secondo semestre del 2021, rispettivamente del +58% e del +55%.
Retail, contabilità e logistica i settori più ambiti
Il settore professionale più richiesto da chi guardava al lavoro temporaneo torna ad essere quello della vendita al dettaglio – che nel 2020 e nel 2021 aveva subito una fortissima contrazione legata alle difficoltà del comparto retail durante la pandemia.
Sono le donne a cercare maggiormente in questo settore: il 31,2% delle ricerche delle donne è relativo a questo settore – la percentuale tra gli uomini si ferma al 16,5%.
Seguono, per il dato femminile, i settori dell’accoglienza e della contabilità: a cercarvi un impiego sono state rispettivamente il 17,2% e il 15% delle donne del campione, in primis millennial.
Gli uomini, invece, in questi ultimi sei mesi del 2022 si sono concentrati sulla ricerca di lavoro nel mondo della logistica e produzione: il 24% del campione analizzato punta a questo settore.
Lo stesso era emerso anche nella precedente analisi, ma il dato è diminuito rispetto al periodo gennaio-giugno. Sul secondo e terzo gradino del podio – come settori preferiti dal genere maschile – troviamo, come detto, il retail e la ristorazione (16,2%).
«È evidente che il mercato del lavoro sia in forte dinamismo – dichiara Angelo Sergio Zamboni, co-founder di Jobtech – e che questo spinga gli operatori all’ottimismo, ma occorre chiedersi: lo stiamo facendo crescere nel modo migliore possibile? Perché per le donne – numerose e, in generale, più preparate – è più difficile trovare un impiego? Come è possibile che al Sud non si riesca a costruire una value proposition interessante per attrarre i candidati?
Sono queste criticità, oggi, le sfide da affrontare per colmare quel mismatch tra domanda e offerta che le aziende oggi lamentano».
Si rimanda all’osservatorio completo per maggiori informazioni: https://jobtech.it/osservatorio-lavoro/secondo-semestre-2022.
Su Jobtech
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