È stata appena presentata a Barbaresco, presso l’osteria Campamac, l’ultima arrivata in casa Engine: si tratta di una edizione limitata del gin d’Alta Langa, che per l’occasione è stato invecchiato per sei mesi in botti di Caroni distillato nel 1998.
Dopo il periodo di affinamento, il gin è stato filtrato semplicemente, al fine di preservare appieno il bouquet aromatico donato dalle botti: un processo che conferisce a Engine una complessità raffinata e sorprendente.
Un incontro inconsueto che promette scintille, quello tra il cuore del Piemonte e lo spirito di Trinidad, dal quale nascono queste 5000 bottiglie che rappresentano una tappa unica nel percorso di ricerca di Engine.
Un incontro favorito dalla collaborazione e dalla stima che lega da tempo Paolo Dalla Mora, patron di Engine, e dal Presidente di Velier Luca Gargano, che è stato lo scopritore dello stock superstite della leggendaria distilleria Caroni di Trinidad, chiusa dal 2003, e che ha contribuito alla selezione delle botti per questo progetto.
“Dopo quattro anni dalla sua nascita, sentivo l’esigenza di fare una extension line di prodotto”, racconta Paolo Dalla Mora, e prosegue: “Io sono fanatico di innovazione, però innovare su Engine non significa fare una variante con altre botaniche biologiche: per quelle ci sarà spazio, il brand è ancora giovane. Per me innovare ora significa giocare con il liquido classico e con il nostro Heritage. Per questo l’anno scorso abbiamo cominciato ideando e producendo la nostra tonica, valorizzando la salvia che viene messa in un Engine & Tonic e arrivando al serving in una lattina che diventa un bicchiere; quindi non un ready to serve come sono tutte le lattine ma un ready to drink, ovvero apri e gusta direttamente”.
Prosegue Dalla Mora: “E adesso è finalmente arrivato il momento di giocare solo con il liquido e quindi, grazie all’amico Luca Gargano, abbiamo fatto arrivare una decina di botti di Caroni distillato nel 1998 per imbottigliare una riserva dal gusto caldo, agrumato e tannico.
Infine un’anticipazione sul futuro: “Arriverà un VirGINtonic, ovvero un Engine Gin Tonic analcolico pensato per il designated driver, quello che la sera esce e deve guidare mentre gli altri amici si divertono”.
Engine Caroni è un gin fresco e dalle molteplici nuance, in cui l’aroma intenso della salvia viene ammorbidito da note di frutti maturi estivi, con il sapore balsamico del ginepro armoniosamente unito a delicati sentori di legno tostato. All’assaggio, liquirizia e caramello sono protagonisti in palato di grande eleganza.
Per questa edizione limitata sono state create da Engine, per la prima volta, delle iconiche bottiglie di olio ma con una nuova e sinuosa forma in vetro ambrato.
L’energia distillata di Engine
È difficile stupire ancora quando parliamo di gin, eppure Paolo Dalla Mora ci riesce sempre.
Lo ha fatto fin dall’inizio dell’avventura di Engine, creando un nuovo spirito fiammante in grado di unire la passione per i motori alla grande tradizione dei distillati artigianali italiani.
Perché Engine non ha solo un packaging che salta immediatamente all’occhio, con la sua lattina che riporta subito ai miti automobilistici degli anni Ottanta, tra carburante e taniche di benzina. Engine è un Distilled Gin prodotto in Alta Langa, nel cuore del Piemonte, con ingredienti 100% biologici, le cui botaniche più rappresentative – la salvia e il limone – vogliono essere un tributo alla scuola nobile e antica dei rosoli piemontesi.
Engine vuole insomma essere anche rappresentazione di un territorio, reinterpretato in maniera contemporanea grazie a una distillazione ottenuta tramite un distillatore John Dore in rame, la Rolls Royce nel mondo della distillazione.
Oltre alla salvia dell’Alta Langa e ai limoni siciliani, le botaniche che contribuiscono a donare personalità a Engine sono il ginepro toscano, la rosa damascena piemontese, la liquirizia di Rossano in Calabria, l’alcol di cereali e l’acqua delle Alpi, tutte proveniente da piccoli agricoltori di filiera biologica.
Caroni: la distilleria di culto di Trinidad
La storia di Caroni pare davvero la trama di un romanzo d’avventura: fondata nel 1918 e annessa all’omonimo zuccherificio, è la distilleria di stato di Trinidad. Da sempre celebre per i suoi heavy rum ricchi di congeners, Caroni imbottiglia per il mercato locale solo quantità limitate di prodotto, vendendo per lo più in bulk per conferire personalità ai blend creati da produttori locali e internazionali.
Poi, nel 2003, il governo decide di interrompere la produzione di zucchero di canna e fa chiudere tutto, avviando il processo di liquidazione e lasciando 13 mila persone senza lavoro.
Il 9 dicembre 2004, Luca Gargano fa un viaggio a Trinidad insieme al fotografo Fredi Marcarini, e arriva alla distilleria ormai dismessa. Chiede di entrare, viene portato in un magazzino e si ritrova davanti a un incredibile tesoro: centinaia di botti accatastate, tra le quali alcune risalenti al 1974 fino ad arrivare agli anni Novanta.
Dopo aver contattato chi detiene i diritti del magazzino, Luca si fa mandare i campioni da degustare, scoprendo un rum strepitoso, e acquista subito i barili più vecchi – ne acquisterà in totale 1388.
La sua decisione di imbottigliare i rum a grado di botte anno per anno, rispettando il più possibile le loro caratteristiche, oltre a quella di continuare l’invecchiamento in clima caraibico, dove l’angel’s share va dall’8 all’11%, si rivela vincente: Caroni diventa rapidamente un cult in tutta Europa, acquisendo sempre più valore tra i collezionisti.
E oggi il mito rivive attraverso lo spirito roboante di Engine, aprendo nuovi ed esaltanti orizzonti di gusto.
a cura della redazione