Un Patto di Legislatura affinché la politica agisca in materia di contrasto alle allergie respiratorie ponendo il tema al centro della propria agenda. È quello lanciato oggi in una conferenza presso la Camera dei Deputati dall’Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie, un documento che costituisce una roadmap istituzionale sulla quale intervenire in sinergia con le società scientifiche, il mondo accademico e clinico, le associazioni di pazienti e di cittadinanza.
Il Patto di Legislatura è stato redatto dai Presidenti dell’Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie, On. Paolo Ciani e Sen. Daniela Sbrolini, insieme ai membri del Comitato tecnico scientifico e dei Tavoli di lavoro dell’Intergruppo stesso. Il documento vuole animare il dibattito nella XIX legislatura attorno a questa importante malattia che ha un notevole impatto sulla qualità di vita di milioni di cittadini italiani.
Le allergie respiratorie sono un problema mondiale e un consistente onere sociale ed economico per i sistemi sanitari. Sono più di 1000 le morti che avvengono ogni giorno nel mondo a causa dell’asma, molte delle quali evitabili se trattate in modo efficace.
Le allergie respiratorie hanno un rilevante impatto sui pazienti, le loro famiglie e la società. L’obiettivo di chi cura un soggetto asmatico è ottenere il controllo/remissione dei sintomi, limitando il rischio di crisi talvolta anche mortali attraverso strategie a lungo termine, ma soprattutto evitare che il paziente allergico arrivi all’asma curando l’allergia e bloccando la marcia allergica.
La comparsa e la ricorrenza dei sintomi (soprattutto tosse e difficoltà respiratoria) richiedono spesso una gestione impegnativa, con visite cliniche durante l’attacco e/o ricoveri per la gestione dei casi più severi.
Inevitabile è il dispendio economico che il cattivo controllo dell’asma comporta. In Italia, i costi diretti dell’asma (derivanti dall’uso dei farmaci e dei servizi sanitari) rappresentano circa l’1-2 per cento della spesa sanitaria, mentre superiori sono quelli delle allergie che coinvolgono 12 milioni di persone.
Fattori che influenzano l’emergere di queste malattie possono essere il basso reddito e condizioni di vita più disagiate, ma anche il livello di igiene e l’esposizione a sostanze inquinanti cui si sono abituate le ricche società del nord del mondo, possono influire sulla risposta immune favorendo la sensibilizzazione allergica.
Lo stile di vita occidentale e l’emergenza climatica possono prolungare e facilitare l’esposizione agli allergeni.
In questo scenario le malattie allergiche spesso in Italia non vengono considerate appieno per la loro gravità clinica e le implicazioni sulla qualità di vita delle persone, sia in età evolutiva sia in età adulta.
Da qui il lancio, da parte dell’Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie, del Patto di Legislatura presentato oggi, e l’elaborazione di un Manifesto dei diritti della persona con allergie respiratorie, che è in fase di produzione.
«Con il Patto di Legislatura lanciato oggi chiediamo un impegno del Governo, del Parlamento, delle Regioni e di tutte le Forze Politiche perché questa malattia trovi un posto rilevante nell’agenda politica, governativa e parlamentare», dichiara l’On. Paolo Ciani, Presidente Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie e Segretario della 12a Commissione permanente (Affari Sociali) della Camera dei Deputati. «In particolare, chiediamo che la Missione 6 del PNRR riservi una peculiare attenzione legislativa e istituzionale al ruolo dello specialista in Allergologia e Immunologia Clinica, in tema di riordino dell’assistenza territoriale, considerando una grave mancanze che la figura dell’allergologo non venga mai ricompresa tra i numerosi professionisti che saranno chiamati a fornire assistenza nelle case della comunità. Su questo la politica deve intervenire per garantire i diritti delle persone affette da questa malattia».
«A fronte di una situazione epidemiologica e clinica di estrema rilevanza, l’assistenza allergologica versa in una situazione spesso preoccupante, fortemente ridimensionata ovunque e quasi completamente scomparsa in alcuni ambiti regionali», dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie e Vice Presidente della 1Oa Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato. «L’impoverimento, in questo caso, non è soltanto quantitativo per la perdita di strutture dedicate con il progressivo ed inevitabile spostamento verso l’ assistenza privata, ma soprattutto qualitativo. Con la dismissione di strutture in ambito ospedaliero, come purtroppo avvenuto in questi ultimi anni per incomprensibili e infruttuose politiche di tagli lineari, si è infatti drammaticamente ridotta anche la possibilità di intervenire su malattie gravi e potenzialmente fatali e che necessitano di un setting assistenziale complesso e realizzabile solo in ambienti protetti e da personale a questo dedicato e specificatamente addestrato. Inoltre credo che bisogna inserire l’immunoterapia specifica e gli NPP tra i trattamenti autorizzati da parte di AIFA, come unica terapia in grado di modificare la storia naturale delle allergie. Una terapia che riesce a desensibilizzare progressivamente l’organismo nei confronti di specifici allergeni, inducendo con il tempo una tolleranza verso gli inalanti interessati».
«Le malattie allergiche comportano un grande carico assistenziale, avendo raggiunto ormai una prevalenza nella popolazione generale del 20 per cento, ed è ulteriormente preoccupante il loro continuo incremento», dichiara Mario Di Gioacchino, Presidente Comitato scientifico dell’Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie e Presidente Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAIAC). «A fronte di questo scenario, è grave la mancanza di ogni riferimento alla definizione di una rete clinica dedicata all’allergologia, a differenza di quanto previsto per numerose altre discipline a minore impatto epidemiologico ed assistenziale. La mancata definizione di un modello assistenziale reticolare a complessità crescente (Hub, Spoke e primo livello) significa infatti ritenere che le patologie allergologiche non siano degne di essere gestite in modo integrato consentendo al paziente di essere inserito in un percorso assistenziale coordinato tra i diversi livelli a crescente complessità, a partire dal proprio medico di famiglia. È importante inoltre che a livello di casa della comunità, di livello Hub, sia espressamente prevista la figura dello specialista allergologo e garantita un’assistenza di qualità».
«Poiché le malattie allergiche sono strettamente correlate all’inquinamento e alla immissione di nuove sostanze chimiche nell’ambiente di vita, è prevedibile che il carico assistenziale sarà destinato ad accrescersi ulteriormente nel tempo e con esso i costi sanitari che potrebbero invece essere ridotti con l’adozione di politiche pubbliche orientate alle buone pratiche della prevenzione», dichiara Andrea Lenzi, Presidente Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente dell’Health City Institute. « È importante sollecitare su questo tema l’intervento della politica e promuovere le azioni per contrastare l’impatto di queste malattie, come il monitoraggio aerobiologico di pollini allergenici e spore fungine attraverso siti di misura, disposti a rete, diffusi su tutto il territorio nazionale».
«Con il Patto di Legislatura lanciato oggi vogliamo richiamare l’attenzione della politica all’impegno di porre le allergie respiratorie al centro della propria agenda legislativa», dichiara Federico Serra, capo segreteria tecnica Intergruppo Parlamentare sulle Allergie respiratorie, «Occorre potenziare e razionare l’assistenza alle persone che soffrono di queste malattie, aumentare i fondi per la ricerca, implementare la gestione integrata, promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e assicurare il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, cosa che non si verifica attualmente con grandi disparità tra le varie regioni. È un impegno che la politica ha il dovere di assumersi rispetto a delle malattie che rappresentano un costo significativo sia sociale sia economico, nell’interesse e a tutela di tutti i cittadini che ne sono colpiti».
Ecco i punti chiave del Patto di Legislatura sulle Allergie Respiratorie:
Potenziare e razionalizzare l’assistenza alla persona con allergie respiratorie, favorendo la crescita di ampie strutture specialistiche in costante e dinamico collegamento con il territorio;
Aumentare i fondi per la ricerca sulle allergie respiratorie, in particolare quella finalizzata alla prevenzione ed al controllo dell’asma allergica in età evolutiva;
Implementare la gestione integrata tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta con le strutture specialistiche;
Incrementare i posti per i medici in formazione specialistica in allergologia ed immunologia clinica;
Tutelare i diritti della persona con allergie respiratorie nell’attività lavorativa, scolastica e sportiva;
Favorire linee guida sulle allergie respiratorie inserite nel sistema nazionale LG dell’ISS, in linea con la legge n. 24/2017 sulla responsabilità professionale;
Promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, coinvolgendo il Ministero della Salute, i Comuni e le autorità sanitarie locali sulle allergie respiratorie, attraverso la promozione dell’implementazione di politiche di prevenzione e in particolare di quelle volte a ridurre l’impatto di tutti i determinanti di salute legati all’ambiente e all’inquinamento indoor e outdoor, e di altri fattori di rischio rilevanti, soprattutto nelle aree urbane;
Inserire le malattie allergiche nel Piano Nazionale della cronicità del Ministero della Salute e nella missione 6 del PNRR;
Promuovere il monitoraggio aerobiologico di pollini allergenici e spore fungine attraverso siti di misura, disposti a rete, diffusi su tutto il territorio nazionale.
Assicurare il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale in particolare in età pediatrica, non rimandando la presa in carico del bambino con allergie respiratorie;
Garantire l’equo accesso all’impiego delle terapie più avanzate per il trattamento delle allergie respiratorie, incluse le terapie desensibilizzanti e le NPP (“Named Patient Products”) disciplinate dall’art. 5 della Legge n. 94/1998, in linea con i principi di appropriatezza terapeutica, della sostenibilità per il sistema sanitario nazionale e dell’equità di accesso alle cure in tutte le regioni eliminando ogni sorta di disequità;
Favorire lo sviluppo della Telemedicina nella gestione delle allergie respiratorie;
Condividere le best practices (volte a migliorare la tempestività della diagnosi e l’efficacia della presa in carico) in modo da ridurre la gravità della malattia e la disabilità.
a cura della redazione