La nuova puntata di Gente di Marte, condotta da Gabriele Parpiglia vede, come protagonista in studio, Francesco Cicchella.
Il 17 luglio 2023 all’Arena Flegrea di Napoli concluderà il tour di Bis!; con all’attivo più di 200 date con oltre duecentomila spettatori. Tornerà nel 2025 con un nuovo spettacolo.
L’intervista inizia con Cicchella che si scusa per una macchia di caffè sulla maglietta, procurata poco prima della messa in onda.
Da qui inizia un aneddoto del conduttore che ricorda un incontro con il Presidente Berlusconi, in cui il giornalista si presenta ad un appuntamento ad Arcore vestito con un paio di jeans strappati, un paio di scarpe da ginnastica e una camicia.
Prima d’entrare prende un caffè e si sporca, in maniera quasi impercettibile la camicia. Arrivato ad Arcore, Dudù gli va incontro correndo ed esce il Presidente con il pantalone della tuta, le ciabatte di caschmere, una giacca e la camicia.
Mi guarda da lontano e la prima cosa che mi dice è: “Parpiglia, lei con quella macchia lì, dove crede di andare? Può andare al massimo alla stadio a tifare per il mio Milan. Vada da un mio amico, qui vicino a nome mio, l’aspettano e torni vestito per bene. Lei a casa mia non entra così. Ci sono andato e sono tornato con cinque camice e un paio di pantaloni”.
Francesco Cicchella è cresciuto a Casoria ma la sua comicità, non è strettamente legata al dialetto. La comicità ha sempre fatto parte di lui. “Il mio primo spettacolo iniziava con il filmino del mio terzo compleanno, in cui facevo una sorta di spettacolo, per gli amici più grandi dei miei fratelli, sono il più piccolo di cinque figli. Facevo le imitazioni e suonavo il pianoforte ad orecchio; poi ho iniziato a studiarlo. Ho scoperto, solo il seguito ad avere l’orecchio assoluto”.
La comicità ha sempre fatto parte di lui, tutta la sua famiglia è sempre stata amante del teatro e della musica ma, non hanno capito fino in fondo quale fosse la sua reale professione. “Mia madre, ancora oggi mi viene a proporre i concorsi nelle Forze dell’Ordine e nei Comuni. Mia madre ha capito esattamente cosa facessi quando sono stato ospite a Sanremo nel 2015. La prima esperienza, a diciannove anni fu Made in sud su Sky. Nella testa di mia madre mi stavo solo divertendo e poi avrei fatto l’università. Aveva delle aspettative diverse, mi avrebbe voluto medico o avvocato. I miei genitori sono sempre stati molto esigenti”.
“Ho sempre creduto nelle mie potenzialità, ma sono stato lucido nelle scelte, tanto da scrivermi all’università, lasciata quando avevo cominciato a lavorare da professionista. Poi mi sono riscritto molto tempo dopo, tanto che l’anno prossimo laureerò in Scienze e tecnologia delle arti dello spettacolo”.
“Come ti convocarono per Sanremo”, chiede il conduttore? “Mi convocò Carlo Conti a stretto giro. Probabilmente perché mi aveva adocchiato per Tale e quale che, feci l’anno successivo. Portai, sul palco della prima serata, Marco Bublé e molta gente, pensava che fossi io quello vero… “.
“Come nasce l’idea d’interpretare Bublé?” “Nell’adolescenza cantavo alle feste di compleanno e ad eventi. Mi piaceva molto cantare il suo repertorio, durante gli anni dell’adolescenza e mi dicevano spesso che il mio timbro di voce era molto simile al suo. Con il tempo, ho capito che era un personaggio forte e nelle primissime puntate di Sky di Made in Sud lo portai in scena. Lo imitai cercando tutte le sfumature che potessero caratterizzarlo, rappresentandolo così come un cantante canadese posse affrontare le varie sfumature, della quotidianità napoletana. Fino ad arrivare al Bublé cantante neomelodico piacione”.
Il conduttore chiede: “Proietti, come entra nel tuo repertorio?” “Io ho avuto l’onore di lavorare con lui, quando era giudice di Tale e quale. Dopo la seconda puntata vado a cena a Roma, in una trattoria, Da Dante e trovo Proietti fuori dal ristorante che fumava una sigaretta e mi disse: “Te sei un genio!”. E in un misto tra umiltà e consapevolezza gli dico che è presto per dire questo, aspettiamo qualche puntata e lui “Ma io ho già capito…” e da quel momento inizia il nostro rapporto. A distanza di un anno, gli chiesi di fare la regia del mio spettacolo. È stato un onore!. Da lui ho imparato molto più quando non mi stava dando un consiglio, rispetto a quando me li dava. Quello che non dimenticherò mai è che dopo le prove, di uno scheck che avremmo dovuto fare insieme, mi chiese se per me, allora ventiseienne, potesse funzionare quello che avevamo provato. Ha dimostrato un’umiltà unica, un artista che ha segnato la storia del cinema e del teatro è sceso al mio livello”.
Ranieri entra nel suo repertorio. “Il mio processo creativo funziona in questo modo: studio un personaggio, lo rendo credibile ma, voglio che sempre sia riconoscibile la mia presenza in quel personaggio. Quando a Tale e quale mi hanno assegnato il personaggio di Ranieri, ho cercato oltre che di cantare di aggiungere e tutte quelle movenze che lo caratterizzano. L’incontro con lui è stato surreale, mi ha inviato al suo spettacolo a Napoli, poi finita l’esibizione, Gianni (il vero nome di Ranieri) mi ha accolto nel suo camerino. Apro la porta del camerino e non vedo nessuno, lo trovo sdraiato per terrà, in accappatoio con le gambe alzate e mi chiede di abbracciarlo e baciarlo… ma non si alza dalla sua posizione… quindi mi abbasso io in una posizione alquanto maldestra….”.
Nessuno, che lui sappia, si è innervosito per le sue imitazioni. Anche se erroneamente gli avevano detto che Gigi D’Alessio se la sarebbe presa, cosa non vera. Anzi, è stato molto felice che lo imitassi ed ora siamo diventati amici.
Quando l’hanno invitato ad Amici, di Maria De Filippi, ha deciso di portare Geolier. Il contesto di Amici era il contenitore perfetto. “Sono un perfezionista, voglio che tutto sia studiato al minimo particolare, porto rispetto al pubblico, perché devono vedere qualche cosa di bello, fatto bene!”.
Francesco Cicchella apprezza gli artisti completi che si rinnovano. “Pintus è un amico, con cui amo lavorare. Non vuole sapere nulla prima, si fida di me entrambi sappiamo le nostre capacità”.
Poi Gabriele Parpiglia, in una sorta di gioco, chiede a Francesco chi dei suoi colleghi salverebbe e chi butterebbe tra Macio Capatonda e Angelo Duro: “ Sono due comici che stimo ma, salvo Macio, sono cresciuto con i suoi programmi. Tra Macio e Pio e Amedeo, salvo Pio Amedeo. Tra Pio e Amedeo e Panariello, quest’ultimo, per rispetto alla sua carriera. Tra Panariello e Frank Matano scelgo Panariello, perché stimo gli artisti completi. Tra Lundini e Panariello, scelgo Lundini perché ha portato una nuova comicità. Tra Lundini e Max Giusti, il mio amico Max, lo devo premiare. Tra Max Giusti e Brignano vado avanti con Max. Tra Max Giusti e Fiorello devo confermare Fiorello. Tra Fiorello e il Maestro Proietti vince il Maestro. Dopo Troisi la comicità non è più la stessa, c’è un prima e un dopo… È rimasto un’icona insuperabile”.
La conversazioni, tra risate e battute si sposta alla successiva domanda del conduttore, su cosa pensa Francesco di Lol: “Bello…”.
Ho sempre creduto nelle mie potenzialità, ma sono stato lucido nelle scelte, tanto da scrivermi all’Università, lasciata quando avevo cominciato a lavorare da professionista. Poi mi sono riscritto molto tempo dopo, tanto che l’anno prossimo laureirò mi Scienze e tecnologia delle arti dello spettacolo.
Per riascoltare la puntata
Episodio 3 – Gente di Marte – intervista a Francesco Cicchella
Biografia Gabriele Parpiglia
Gabriele Pariglia, classe 1979, giornalista professionista, firma del settimanale Chi da vent’anni anni, si occupa di spettacolo, attualità, cronaca e sport.
Autore di numerosi programmi televisivi come Verissimo, Maurizio Costanzo Show, L’intervista, Tiki Taka, L’isola dei Famosi, per citarne solo alcuni. Produttore di serie tv di successo, co-conduttore insieme a Nicoletta Deponti del programma Password su RTL102.5 e conduttore per SDL TV del format Casa SDL.
Tra l’incarico più recente Parpiglia è co-produttore esecutivo e ideatore presso Radio Marte. È autore inoltre, di numerosi libri di grande successo ed è considerato uno dei dieci giornalisti più influenti d’Italia sui profili digital e social, proprio per la pubblicazione di contenuti ad alto contenuto sociale e per le inchieste di cronaca e attualità.
a cura della redazione
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