L’Argentina in Italia: non solo carne
El Porteño Gourmet è uno dei format ristorativi pensati da Sebastian e Alejandro Bernardez e Fabio Acampora (soci della Dorrego Company) per portare in Italia la vera tradizione argentina, facendola convivere con le tradizioni gastronomiche locali, in un costante dialogo tra le due sponde dell’Oceano che rifugge da ogni stereotipo. Presente sia a Milano (in Via Speronari 4, a pochi passi dal Duomo) sia a Roma (all’interno del luxury hotel Umiltà36 della Shedir Collection in Via dell’Umiltà 36), e da giugno 2024 anche a Porto Cervo con il suo primo seasonal restaurant, questa insegna si distingue rispetto agli altri El Porteño per una maggiore ricercatezza del menù e del servizio e per un’offerta più varia, pensata dallo chef Matteo Torretta per accontentare i gusti di un pubblico più variegato, che proviene da tutto il mondo e vive queste grandi città giorno dopo giorno, per lavoro o per piacere. Solo qui, a differenza dei locali omonimi, è possibile mangiare anche a pranzo e gustare oltre ai piatti più coerenti con la tradizione argentina della parrilla, anche una selezione di primi (tra cui grandi icone della cucina milanese e capitolina come lo Spaghetto cacio e pepe con morcilla e carciofi e il Risotto Gourmet con zafferano, animelle croccanti e riduzione al prezzemolo) a cui, dalla scorsa estate, si sono aggiunte alcune portate di pesce (come il Pacchero del Mar con ristretto di polpo arrosto, olive, capperi e salsa chimichurri; il Tonno Wow in panzanella con ristretto di pomodoro mantecato con amaro Legui, limone e germogli; il Pulpo a la parrilla con crema di patate mantecata con purea di olive verdi e nere e chips croccanti).
Ma non mancano neppure piatti vegetariani (come la Nuestra Provoleta fusa in padella con battuto di spinaci, uovo fritto fondente e tartufo) o completamente vegani come il Mosaico Veg (con avocado leggermente piccante con cetrioli e profumo di lime).
Una proposta sempre più ampia e democratica
Oggi l’offerta del El Porteño Gourmet si amplia e si rinnova accogliendo la formula Business Lunch, firmata sempre da chef Torretta e voluta per rendere la proposta del locale fruibile anche da chi, prima di tornare in ufficio o di riprendere le proprie peregrinazioni turistiche, vuole trascorrere la pausa pranzo in un ambiente esclusivo, in cui tutto è autentico e permeato da un fascino unico e d’antan frutto dell’attenta ricerca di arredi, elementi decorativi e materiali originali, molti dei quali di recupero: dalle credenze alle collezioni di ceramiche acquistate nei mercatini, fino al parquet importato direttamente da Oltreoceano e alle cementine ispirate alle maioliche spagnole di epoca coloniale.
L’obiettivo è quello di trasportare l’ospite nella Buenos Aires più suggestiva degli anni Venti e Trenta, attraverso un viaggio multisensoriali che comincia ancora prima di sedersi a tavola.
La proposta fino al 15 novembre
Uno starter a scelta tra Tartare di salmone con burrata e gazpacho verde, Ceasar salad o Insalata Nizzarda, a cui far seguire un piatto tra Spaghettone al pomodoro profumato al chimichurri, Risotto alla milanese con ristretto di carne, Guancia di manzo brasata al malbec con purè, Melanzana alla milanese con pomodoro concassè e crema di mozzarella (Melanzana arrostita alla parrilla con crema di mozzarella e dadolata di pomodoro), Controfiletto di vitello con ripieno fondente e purè allo zafferano (Controfiletto di vitello impanato alla milanese ripieno con provola e prosciutto cotto e purè allo zafferano), Filetto di salmone con verdure di stagione grigliate, Mosaico veg (avocado leggermente piccante con cetrioli e profumo di lime) o Gazpacho di frutta e verdura con pinzimonio croccante.
Il focus resta quello di combinare il gusto degli ingredienti esotici e tipici argentini con le peculiarità gastronomiche della città ospitante, in un mix armonioso che non ha nulla di artefatto e, anzi, testimonia
la perfetta fusione tra due culture iniziata fin dalla grande migrazione che tra il 1870 e il 1930 ha portato molti italiani a trasferirsi Oltreoceano in cerca di fortuna.
Le possibili aggiunte
Chi non volesse privarsi di qualche sfizio, può comunque ordinare un dessert scegliendo tra: il celebre Tiramisù “al bicchiere” (una gelatina al caffè con polvere di savoiardi, ganache al mascarpone montata con dulce de leche, completato al tavolo con una spuma sifonata allo zabaione, preparato non con il Marsala bensì con il Legui, un amaro alle erbe dedicato a Ireneo Leguisamo, un giocatore di polo divenuto leggenda in Argentina) e il gelato, preparato direttamente dallo chef, servito al tavolo con il “carrito” (carrello) e completato davanti al cliente con varie guarnizioni e topping (dai pop corn caramellati al cioccolato), che cambiano periodicamente e ogni volta diventano protagoniste di un momento conviviale e divertente.
Da non trascurare neppure l’offerta della cantina, che in entrambi i locali mette a disposizione una vasta selezione di vini argentini (come il Malbec e il Torrontes), rossi e bianchi italiani e internazionali di pregio, oltre a Spumanti e Champagne.
Informazioni in più
Matteo Torretta
Nato a Rho (nella periferia milanese) nel 1980, eredita la passione per il cibo e la cucina dal ramo femminile (e pugliese) della famiglia, decidendo di farne una professione. Così dopo il diploma all’Istituto alberghiero Carlo Porta e
l’esperienza del militare, prosegue la sua formazione all’Albereta di Gualtiero Marchesi in Franciacorta; nel veronese con Giancarlo Perbellini; a Milano da Peck con Carlo Cracco e poi a Villa Crespi con Antonino Cannavacciuolo.
Nel 2005 affianca Martin Berasategui nella cucina del Lasarte, in Spagna, a San Sebastian (considerata la fucina dell’avanguardia gastronomica europea), poi torna in Italia e lavora al Savini (locale blasonato ma old style in Galleria Vittorio Emanuele a Milano), al Divino Crisaore in Sardegna, da Al V Piano del Grand Visconti Palace e poi all’Asola sul rooftop del palazzo Brian&Berry.
Nel gennaio 2018 inizia a dirigere la cucina del ristorante Essenza di via Marghera e da ottobre 2023 è impegnato ad alzare il livello del Porteño Gourmet, il locale più ambizioso della catena della Dorrego Company, con l’obiettivo di far dialogare due culture affini attraverso la sua proposta gastronomica raffinata e tradizionale, ma al tempo stesso dinamica, divertente e in continua evoluzione.
Dorrego Company
Nata nel 1995, e guidata da Sebastian e Alejandro Bernardez e Fabio Acampora, è una società che immagina, progetta, costruisce e gestisce lounge bar e ristoranti innovativi e di livello, capaci di distinguersi sia in termini di offerta
enogastronomica che di layout architettonici.
La Dorrego Company, è stato il primo brand ad aprire in Europa una “Casa de tango”, ed è attualmente proprietaria a Milano de El Porteño Darsena (Viale Gian Galeazzo 25), El Porteño Gourmet (via Speronari 4) El Porteño Arena (Viale Elvezia 4), El Porteño Prohibido (Via Macedonio Melloni 9); gli ultimi due con all’interno i rispettivi Flores Cocteles, cocktail bar dedicati alla miscelazione classica. Sempre a Milano Dorrego è proprietaria di Living Liqueur&Delight (Piazza Sempione 2) e Pisco. Cucina di Mare (via Bertani 16).
Ad essi si aggiungono i locali aperti a Roma: El Porteño Valle (in Largo Teatro Valle 7), El Porteño Gourmet (all’interno del luxury hotel Umiltà36 della Shedir Collection in Via dell’Umiltà 36) e Terrazza Flores by El Porteño, al sesto piano dell’hotel Umiltà36.
Da Giugno 2024 Dorrego apre in Sardegna, a Porto Cervo, la prima insegna.
Nel giugno 2022 Marca Pais Argentina ha premiato i proprietari del brand El Porteño, Alejandro e Sebastian Bernardez come “argentini nel mondo” per il loro lavoro quotidiano e per il loro contributo positivo, sia nel campo della
gastronomia, che per l’immagine e visibilità dell’Argentina in Italia, nonché per la promozione dei legami tra i membri della comunità argentina nel Paese europeo.
A Fabio Acampora è stato assegnato il premio “Amico dell’Argentina”, come riconoscimento alle personalità straniere che diffondono la cultura e i valori argentini nel mondo.
a cura della redazione
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