I Martedì di Fondazione Gualtiero Marchesi
ARTE | CUCINA
Fondazione Luigi Rovati
Con l’incontro dal titolo ARTE | CUCINA, tenutosi lunedì 20 maggio presso la Fondazione Luigi Rovati, ha preso ufficialmente avvio il nuovo ciclo de I Martedì di Fondazione Gualtiero Marchesi, che abbandonano la storica sede di via Bonvesin de la Riva per aprirsi alla città, ai suoi luoghi della cultura e a un pubblico sempre più ampio.
Una scelta non solo logistica, ma profondamente simbolica. Come ha sottolineato Enrico Dandolo, Vicepresidente della Fondazione e moderatore della serata, “abbiamo sentito il bisogno di uscire da noi stessi, di evitare il rischio della commemorazione. Marchesi non avrebbe voluto essere celebrato, ma ascoltato. E il modo migliore per onorare la sua eredità è farla dialogare con il presente, aprendo spazi di pensiero condiviso.”
L’evento si è aperto con i saluti della Presidentessa della Fondazione Luigi Rovati, Giovanna Forlanelli e con l’introduzione al tema della Presidentessa della Fondazione Gualtiero Marchesi, Simona Marchesi.
Protagonisti del primo appuntamento: il pittore Aldo Spoldi, lo scultore Nicola Salvatore, la critica d’arte Loredana Parmesani e lo chef Andrea Aprea. A fare da filo conduttore, una delle frasi più emblematiche del Maestro Marchesi:
“La cucina è di per sé scienza. Sta al cuoco farla diventare arte.”
Loredana Parmesani ha tracciato un parallelo tra l’esperienza sensibile dell’arte e quella gastronomica: “Un piatto si gusta prima con la vista, come un’opera si ama per ciò che rappresenta, prima ancora di essere compresa. L’arte e la cucina oggi si sfiorano, si influenzano, si confondono – creando nuove forme ibride, emotive e culturali.”
Aldo Spoldi ha offerto una riflessione poetica sul senso del creare: “Non credo nella creatività fine a sé stessa, ma nella capacità dell’arte e della cucina di generare mondi. Il risotto con la foglia d’oro di Marchesi non è solo un piatto: è una narrazione, un archetipo postmoderno che attraversa i linguaggi e li rinnova.”
Nicola Salvatore, interpellato su “Come nasce un’opera d’arte”, ha risposto in modo tanto spiazzante quanto profondo: “Non so cosa sia l’arte. E non so chi sia davvero un artista. Forse, l’artista è colui che non smette mai di cercare.” Una risposta che ha aperto una riflessione sull’ambiguità, la libertà e la tensione che abitano ogni atto autenticamente creativo. Poi però alla provocazione ha aggiunto che “un’opera nasce nella testa”.
Andrea Aprea ha ricordato il suo incontro con Marchesi, “un uomo che non imponeva mai, ma mostrava con chiarezza e rigore una via. Il Giappone, per lui, fu rivelazione: quella leggerezza serena che trasforma la cucina in pensiero.” Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della forma come linguaggio, del gesto come misura, della materia come responsabilità.
La serata si è chiusa con un riso cacio, pepe e gamberi offerto da Aprea in omaggio al Maestro e un brindisi firmato Ferrari Trento.
Ma più ancora che nel gesto simbolico, il tributo si è compiuto nella qualità della conversazione: libera, plurale, colta. Un incontro che non ha cercato definizioni, ma ha aperto domande.
Il ciclo proseguirà il 24 giugno con un appuntamento dedicato a MUSICA | CUCINA, e nei mesi successivi esplorerà anche TEATRO e MODA, in un percorso che mette in relazione le arti visive, performative e culinarie.
I Martedìdiventano così un laboratorio di pensiero interdisciplinare, un’officina del “bello e buono” che Gualtiero Marchesi ha saputo incarnare e lasciare in eredità.
Con questa nuova stagione, la Fondazione Gualtiero Marchesi rinnova il proprio impegno a promuovere la cultura come forma viva, capace di contaminare, interrogare, trasformare.
Perché, come ha ricordato Dandolo in chiusura, “non è la cucina a essere arte. È il cuoco – quando diventa poeta, architetto del gusto, pensatore della forma – a farsi artista.”
a cura della redazione
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