Il sistema bancario si trova di fronte un contesto macroeconomico incerto, rilevanti opportunità offerte dalla tecnologia e importanti sfide competitive e industriali, affiancate da un rinnovamento delle competenze. Per affrontare questo quadro, le banche sono chiamate ad alcune importanti riflessioni strategiche. Bain & Company ha riunito alcuni tra i principali protagonisti del settore.
Alla terza edizione del Bain Banking Event, i leader del settore hanno condiviso uno sguardo privilegiato su come il settore finanziario stia rispondendo alle attuali sfide: volatilità dei mercati vicina ai massimi storici, imprese che affrontano una fase di ripensamento delle supply chain e tecnologia che offre importanti opportunità di efficientamento e miglioramento della customer experience ma al contempo chiama ad una revisione profonda dei modelli operativi. Una tavola rotonda di alto profilo ha visto confrontarsi nella bella ed elegante location della Sala Colonne del Palazzo dei Giureconsulti di Milano : Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo; Elena Goitini, Amministratore Delegato BNL e Responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia; Maurizio Molinari, Giornalista e Scrittore; Giovanni Ronca, Responsabile Wealth Management UBS Italy; Marco Elio Rottigni, Direttore Generale Associazione Bancaria Italiana – ABI. A moderare l’incontro Luca Penna Senior Partner e Responsabile Financial Services Southern & Eastern Europe di Bain & Company.
“Dalla discussione è emerso come, in un’epoca segnata dall’incertezza, le banche possono rappresentare fari di stabilità e fonti di innovazione. Il contributo del sistema va ben oltre l’intermediazione: contribuisce a generare fiducia, protezione dei consumatori e supporto alla crescita”, ha commentato Luca Penna.
Le nuove sfide di un’economia globale in fibrillazione: banche al centro della transizione economica e sociale
Il recente intervento degli Stati Uniti per contenere il proprio disavanzo commerciale ha innescato un’ondata di misure protezionistiche, con conseguenze tangibili sull’economia globale. In soli cinque giorni, sono andati in fumo oltre 10 trilioni di dollari in capitalizzazione di mercato. La volatilità finanziaria ha raggiunto livelli paragonabili a quelli della crisi del 2008 e della pandemia. Le banche centrali, dal canto loro, hanno abbandonato le forward guidance, optando per approcci sempre più “data-based”. “Siamo di fronte a una cesura epocale: l’equilibrio commerciale globale si sta riscrivendo e le istituzioni finanziarie devono rispondere con rapidità e lucidità strategica,” ha commentato Penna. Gli effetti del riequilibrio globale si faranno sentire anche sull’economia reale, con un rallentamento della produzione, una contrazione dei consumi e un possibile aumento del rischio di credito. “Oggi più che mai, il ruolo delle banche deve espandersi. Gli istituti finanziari devono essere partner attivi nel supportare la resilienza del tessuto economico e sociale”, ha proseguito Penna.
Tecnologia e talenti: la nuova frontiera della competitività
In questo scenario di trasformazione sistemica, la competitività del settore bancario non può prescindere da una leva fondamentale, quella tecnologica. Le principali banche italiane stanno già investendo in maniera importante: quasi un miliardo di euro è destinato a progetti innovativi, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale, alle piattaforme API e alla mobile experience.
“Oggi, circa l’80% delle attività bancarie operative potrebbe essere automatizzato. Inoltre, migliorare l’esperienza digitale genera importanti benefici sulla qualità percepita: le banche che offrono le migliori esperienze digitali registrano una crescita fino a 30 punti del Net Promoter Score”, ha chiarito Luca Penna.
L’innovazione tecnologica, tuttavia, richiede anche un profondo cambiamento nelle competenze: nei prossimi cinque anni, oltre il 40% delle attuali skill sarà trasformato.
Il settore bancario cerca sempre più profili con competenze tecnologiche: in Italia, il 30% delle nuove assunzioni nelle banche riguarda laureati in discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Nel comparto dei servizi finanziari, le assunzioni in ambito intelligenza artificiale sono cresciute del 17%.
Nonostante questo, l’offerta di talenti fatica a tenere il passo: in Italia ci sono il 6% in meno di studenti STEM rispetto alla media europea, e un’età media dei dipendenti bancari superiore rispetto alla media UE. “Per le banche sarà fondamentale intraprendere programmi di reskilling, upskilling, attrazione e retention dei talenti per guidare la conversione delle competenze richieste rispetto ai nuovi modelli di servizio e allo sviluppo a scala dell’intelligenza artificiale” ha aggiunto l’esperto.
Customer primacy: le nuove priorità
La progressiva riduzione delle barriere all’ingresso – per effetto della tecnologia – sta trasformando la catena del valore e allargando la concorrenza a player “verticali” che aggrediscono specifiche nicchie di mercato.
In questo scenario, la clientela tende a frammentare le relazioni bancarie, rivolgendosi a più istituti contemporaneamente. Le banche tradizionali possono mantenere un ruolo centrale, lavorando sulla primacy, ovvero la capacità di essere la “prima scelta”, la banca di riferimento per il cliente. Incrementare la quota di “primary clients” contribuisce a massimizzare i ricavi, e costituisce pertanto una vera leva strategica di crescita per i soggetti bancari.
Per conquistare e mantenere la loro rilevanza, le banche dovranno continuare ad evolvere il digitale e la multicanalità integrata, ma al contempo definire come differenziare la loro proposizione di valore rispetto ai nuovi player, puntando su rilevanza istituzionale, reputazione, solidità e sicurezza per i loro clienti.
Demografia e contesto sociale richiedono un impegno per l’inclusione finanziaria
Il risparmio europeo rappresenta una risorsa immensa, ancora in gran parte sottoutilizzata. Basti pensare alla liquidità parcheggiata sui conti correnti dei piccoli risparmiatori nel Vecchio Continente: una somma enorme, di cui ben 1.500 miliardi di euro solo in Italia. Nel nostro Paese, che invecchia rapidamente – oggi un italiano su quattro ha più di 65 anni, cinque punti percentuali in più rispetto al 2003 – e dove questa fascia di popolazione detiene oltre il 50% della ricchezza nazionale, la scarsa cultura finanziaria rappresenta un serio ostacolo alla protezione della ricchezza e alla crescita economica del Paese.
La diminuzione dei redditi reali (in calo dell’8,7% dal 2008 a oggi, il dato peggiore tra i Paesi del G20) e il basso tasso di sostituzione tra pensione e reddito da lavoro evidenziano l’urgenza di promuovere l’investimento in soluzioni in grado di tutelare il potere d’acquisto e stimolare una crescita economica più sostenuta, indirizzando il risparmio verso l’economia reale.
“Il sistema bancario ha un ruolo cruciale nello sviluppo dell’educazione finanziaria, ancora molto bassa, e nella proposizione di soluzioni e strumenti di wealth & protection in grado di proteggere il potere d’acquisto e supportare il sistema Paese” ha concluso Penna.
A proposito di Bain & Company
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a cura della redazione
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