Il progetto Japo Restaurant di Treviglio, è stato realizzato da P2A design, studio di architettura e design con base a Milano fondato da Alessandro Pasini e Paola Renda. Nella nuova location del ristorante ritroviamo la filosofia alla base dell’esperienza culinaria proposta dai suoi proprietari: respirare in uno stesso istante l’atmosfera giapponese e quella italiana, in un’equilibrata fusione di stili. Diverse le aziende partner che hanno contribuito al progetto come Natuzzi, con la nuova divisione contract oltre a Pedrali, Marset, SLV, Mirage, ALPI SpA, Ceramica Vogue, Ceramica Globo, Paffoni, Rasch Audio e Valchromat. Tutti gli elementi di arredo e di separazione degli spazi infatti sono frutto di progetto e realizzazione su misura, così da contribuire in ogni dettaglio alla resa finale rigorosa ed elegante.
Luce e ombra, vuoto e pieno, geometria ed astrazione: questi sono i temi propri della cultura giapponese posti alla base del processo creativo. La ripresa dei temi, dell’estetica e dei materiali propri di questa cultura, si fonde con la cura del dettaglio e del disegno proprio della tradizione progettuale e artigiana italiana.
Le infinite gradazioni del buio che disegnano gli spazi giapponesi e che ne determinano l’eleganza senza tempo, vengono riproposte nel progetto di interior. Come il toko no ma giapponese – la nicchia sacra presente in ogni casa – aggiunge al buio una dimensione cava, allo stesso modo la serie di nicchie laterali permette di disegnare sfumature d’ombra. La luce indiretta, filtrata e mitigata dalla carta opalescente dello shōji, viene ricreata tramite telai luminosi qui reinterpretati tramite la stoffa di tessitura lombarda. Grazie alle nicchie e alla sequenza di elementi in legno di rovere a soffitto, la forma del lungo corridoio che dall’ingresso conduce alla sala principale viene dissimulata e percepita come uno spazio che si dilata e si restringe.
Alla neutralità delle tinte e del disegno delle pareti e dei pavimenti, viene accostato lo studio e la progettazione dei soffitti, diversi per ogni ambiente, che diventano elementi caratteristici in grado di creare una relazione con lo spazio e di limitarlo geometricamente, con l’obiettivo di riproporre la rigorosa ed elegante estetica giapponese. I pannelli opalescenti che illuminano dall’alto l’ingresso, la sequenza di elementi lignei nella zona delle nicchie, il soffitto cassettonato in legno della sala principale che accoglie nei suoi incroci luci pendant puntuali, sono tutti elementi che contribuiscono al disegno di una geometria riconoscibile e semplice, un ordine elegante e pulito. Agli elementi in legno e tessuto viene accostato un rivestimento che richiama il Ceppo di Grè, materiale tradizionale dell’architettura lombarda. Il desk d’ingresso, elemento monolitico in continuità con il bancone di preparazione dei piatti, viene alleggerito dalla lavorazione a scanalatura del rivestimento. I temi della geometria e della sfumatura, che ritroviamo in tutto il locale, sono ripresi anche nel vetro stampato che separa la zona del desk, permettendo di intravedere lo chef all’opera dall’ingresso del locale. La sala principale è pensata per godere dell’esperienza gastronomica con calma e comodità, grazie alle panche imbottite, alle sedute con braccioli e al ridotto numero di coperti. Le nicchie di fronte al banco, con panche in legno e tavoli fissi, offrono un’esperienza più simile a quella di un sushi bar, essenziale e diretta. La sala all’ingresso, arredata con un unico tavolo rettangolare, serve contemporaneamente da vetrina del locale e da sala privata per occasioni ed eventi. Il disegno semplice e lineare delle pareti e del soffitto continuo in stoffa scura è impreziosito dalle tre lampade circolari a parete. Queste, insieme al grande lampadario centrale, illuminano l’unica sala visibile da strada, che diventa manifesto del ristorante stesso mostrandone materiali, colori ed atmosfera.
a cura della redazione