Il risultato finale ha portato alla realizzazione di una vera e propria collezione con uno stile compatto e riconoscibile, pur nella diversità di carattere che ogni studente ha espresso nelle singole creazioni. Lo show “Minimal Couture” è caratterizzato, infatti, da un’evidente assenza di decorazione, che permette ai volumi e ai materiali di essere protagonisti assoluti.
Trattati astrattamente come fossero tele trasparenti, i modelli si concretizzano in tessuti evanescenti come la tarlatana, il crine e il tulle. In contrapposizione, nel caso di design più scultorei, si è ricorso a materiali più solidi, come la duchesse o il vinile a specchio, che permettono silhouette più rigide e definite.
La collezione si arricchisce poi di ulteriori dettagli e materiali couture, come jersey metallici, fluidi e sinuosi, che valorizzano il corpo, o envers satin e lamé di lurex, che esaltano i volumi con giochi di ombre e luci.
La collezione è caratterizzata inoltre da una palette cromatica in tema che prevede colori-non colori, come il nero, il bianco (con tutte le loro sfumature lucide e opache) e le varie declinazioni del metallo.
La ricchezza creativa ed estetica del mondo “haute couture” è infine evocata da un’attenta stratificazione di dettagli e accessori: tocchi scenografici che definiscono una collezione che guarda al futuro con una profonda consapevolezza della tradizione.
DREAMING BOLD
Gli studenti del Master in Fashion & Business sono stati chiamati a sognare liberamente e immaginare situazioni e mondi utopici dove trova spazio la creatività più pura. Spesso i brand sviluppano pezzi scultorei che non sono indossabili nella realtà contemporanea, ma creano quel sogno da cui poi si sviluppa una proposta commerciale.
La sfida è stata quella di immaginare viceversa una società in costante cambiamento dove sia possibile indossare delle opere d’arte.
Nella Sala Napoleonica di Palazzo Serbelloni prendono vita undici creazioni originali che compongono una performance artistica, basata sull’utilizzo di capi e tessuti d’archivio donati da aziende che hanno a cuore il pianeta (Fulgar, Thermore, Candiani, Gruppo Colombo, Lampa, Lampo, Manteco, Goretex e Humana Vintage).
Lo spettacolo è stato progettato e realizzato da un team di docenti e allievi determinati a sviluppare una figura professionale che tiene contemporaneamente in considerazione i tre aspetti di un business consapevole: People, Planet, Profit.
Il Fashion Show finale è la concreta espressione del metodo formativo di Raffles Milano, ispirato alla transdisciplinarità.
Dialogo, ricerca di strade nuove e fiducia tra maestro e allievo sono alla base di un percorso di crescita individuale e collettivo che punta al futuro professionale.
Una formazione che affronta i nuovi tempi, che prepara a viverli come naturale evoluzione del presente.
a cura della redazione