Univadis Medscape ha condotto un’indagine per analizzare la percezione dei medici italiani rispetto all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Il 41% dei medici intervistati si dichiara entusiasta per il potenziale futuro dell’IA in medicina.
Tuttavia, una significativa porzione (40%) mantiene una posizione neutrale, mentre il 18% esprime preoccupazioni riguardanti l’impatto dell’IA, soprattutto per quanto riguarda l’etica e l’autonomia professionale.
L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente emergendo come uno strumento fondamentale nella medicina moderna, capace di rivoluzionare il modo in cui vengono fornite le cure ai pazienti e gestite le attività cliniche.
Un’indagine di Univadis Medscape Italia – il portale di informazione per i professionisti della salute con notizie,
strumenti, aggiornamenti e formazione continua per la classe medica – ha voluto indagare la percezione dei medici italiani rispetto all’uso dell’IA, intervistando un campione di 1133 medici, prevalentemente uomini (64% uomini vs 34% donne), che ha evidenziato come l’IA nel nostro Paese, sia considerata un’opportunità per migliorare la cura dei pazienti ma generi anche preoccupazioni riguardo alla sua implementazione e ai possibili impatti etici e
professionali.
Dai risultati emerge infatti un quadro variegato, in cui il 41% dei medici intervistati si dichiara entusiasta per il potenziale futuro dell’IA in medicina.
Tuttavia, una significativa porzione (40%) mantiene una posizione neutrale, mentre il 18% esprime preoccupazioni riguardanti l’impatto dell’IA, soprattutto per quanto riguarda l’etica e l’autonomia professionale.
Attualmente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella pratica medica è ancora in fase iniziale, infatti,solo il 21% dei medici italiani la impiega per fare ricerche su patologie, e l’11% la utilizza per compiti amministrativi.
Il 6% dei medici, ad esempio, ha affermato di averla già utilizzata per sintetizzare la cartella clinica elettronica prima di una visita (mentre il 67% non l’ha ancora utilizzata per questo tipo di attività, ma sta pensando di farlo) o ancora, secondo quanto emerso dalla survey, il 66% dei medici giudica positivamente il suo impiego nell’interpretazione degli esami di imaging soprattutto grazie alla capacità dell’intelligenza artificiale di migliorare la qualità e l’accuratezza delle diagnosi.
“Le opinioni dei medici risultano invece più discordanti in relazione alla comunicazione con i pazienti, un aspetto particolarmente sensibile della professione medica che molti professionisti temono possa essere compromesso dall’uso eccessivo di tecnologie automatizzate: il 40% dei medici vede negativamente l’utilizzo dell’IA per questo scopo, mentre il 41% rimane neutrale e solo il 18% è favorevole”, commenta Daniela Ovadia, direttrice di Univadis Medscape Italia
e autrice del report. “
Anche per quanto riguarda l’impiego dell’IA nelle diagnosi, i medici italiani si dividono, sebbene il 42% consideri positivamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come supporto diagnostico, il 21% rimane preoccupato per l’eventuale impatto negativo sull’indipendenza del giudizio clinico.
Nondimeno, un dato che mette d’accordo la maggioranza degli intervistati è la capacità dell’IA di ridurre gli errori medici: circa il 63% dei medici è convinto, infatti, che l’Intelligenza Artificiale potrà diminuire significativamente il
rischio di errore nelle diagnosi e nei trattamenti, rafforzando la fiducia nella tecnologia come strumento per migliorare la precisione e l’affidabilità delle cure”.
Nonostante, quindi, un generale ottimismo che circonda l’idea dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale, l’indagine ha evidenziato anche una forte richiesta di regolamentazione e supervisione.
L’85% dei medici ritiene infatti che l’uso dell’intelligenza artificiale debba essere attentamente monitorato da Governi o istituzioni mediche per garantirne l’applicazione in modo sicuro e conforme agli standard professionali ed etici. Inoltre, l’88% sostiene la necessità di una normativa specifica che regoli l’uso dell’IA in ambito sanitario, soprattutto per assicurare la protezione dei dati sensibili.
La protezione della privacy dei pazienti è infatti un tema cruciale, con il 50% dei medici che esprime dubbi riguardo alla capacità delle istituzioni di garantire la sicurezza dei dati nell’era dell’intelligenza artificiale.
Il rapporto di Univadis Medscape condotto in Italia mette dunque in luce una crescente fiducia nei confronti dell’Intelligenza Artificiale come strumento in grado di migliorare la qualità delle cure mediche, ma sottolinea fortemente anche la necessità di affrontare le sfide etiche e professionali che questa tecnologia pone.
La regolamentazione, la supervisione e l’equilibrio tra innovazione tecnologica e autonomia del giudizio clinico restano i fattori chiave per un’adozione responsabile e sicura dell’IA nella sanità del futuro.
Univadis Medscape Italia
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