La pubblicità è comunicazione: i suoi contenuti orientano i comportamenti di acquisto, le percezioni e il vissuto verso marche e istituzioni e i suoi messaggi maturano all’interno delle attuali realtà di mercato e rispondono ai bisogni concreti delle persone.
La Prassi di riferimento UNI/PdR 164 sulla Pubblicità Accessibile e Inclusiva presentata oggi presso la sede dell’Ente Italiano di Normazione rappresenta un concreto passo avanti nell’ambito dell’inclusione sociale.
Le aziende sono diventate sempre più consapevoli della necessità di sviluppare e adottare strumenti e narrazioni sostenibili e responsabili, in grado di promuovere pari opportunità culturali e sociali in un’ottica anche di tutela dei diritti delle persone.
La Prassi UNI/PdR 164 è stata promossa da UPA Utenti Pubblicità Associati, con UNA, l’Associazione delle Agenzie della Comunicazione, e FCP, l’Associazione delle Concessionarie di Pubblicità, ed è stata elaborata dai membri esperti componenti del Tavolo Tecnico UNI, docenti di università italiane e straniere e professionisti con consolidata esperienza nell’ambito dell’accessibilità, della comunicazione e della pubblicità.
La UNI/PdR 164 (liberamente scaricabile qui: https://store.uni.com/uni-pdr- 164-2024) definisce i requisiti per una comunicazione che attraversa molteplici canali (piattaforme, device e touchpoint) in differenti contesti (media e territorio) e accessibile e fruibile da ciascuna persona: dai bambini agli anziani, dalle persone di lingue e culture straniere alle persone con diverse tipologie di disabilità (sensoriali, cognitive, psichiche, fisico-motorie, disturbi specifici di apprendimento e altro) alle persone con varie forme di analfabetismo.
Secondo Giuseppe Rossi, Presidente UNI “la UNI/PdR 164 conferma l’impegno UNI in attività di normazione con impatto direttamente sulla persona nella sua sfera individuale ma anche di portata collettiva: dopo la responsabilità sociale, la sostenibilità e la parità di genere, l’accessibilità – nei suoi più diversi aspetti come, in questo caso, la comunicazione pubblicitaria – contribuisce a creare le condizioni per un mondo fatto bene”.
“Il tema dell’inclusione è per me di fondamentale importanza, professionalmente e personalmente, in tutte le sue sfaccettature” ha sottolineato Marco Travaglia, Presidente di UPA, “credo infatti fermamente che l’accesso alle informazioni e ai messaggi pubblicitari debba essere garantito a tutte e tutti, senza barriere, senza ostacoli, affinché nessuno si senta escluso. L’accessibilità non è solo un dovere etico, ma un’opportunità per creare connessioni più autentiche e significative con le persone, indipendentemente dalle loro capacità o condizioni. Questo impegno riflette la mia convinzione che una pubblicità più accessibile non sia solo possibile, ma necessaria, per costruire una società realmente inclusiva”.
Il documento prende in esame, declinandoli per la pubblicità, i seguenti servizi dell’accessibilità: sottotitolazione, audiodescrizione, servizio in lingua dei segni italiana (LIS), lingua facile, comunicazione aumentativa alternativa (CAA).
Il documento prende in esame, declinandoli per la pubblicità, i seguenti servizi dell’accessibilità: sottotitolazione, audiodescrizione, servizio in lingua dei segni italiana (LIS), lingua facile, comunicazione aumentativa alternativa (CAA).
“La Prassi sulla Pubblicità Accessibile ed inclusiva, come abbiamo visto, è un rigoroso documento tecnico, declinato attraverso requisiti e raccomandazioni. È frutto di un approccio metodologico concreto che si ispira ai principi della Progettazione Universale e che ha portato ad attuare la distinzione tra Pubblicità che Nasce Accessibile (PNA) e Pubblicità Resa Accessibile (PRA)”.
Emilia Grazia Costa, Project Leader del Tavolo Tecnico UNI e membro esperto per la pubblicità e la comunicazione accessibile, continua evidenziando che “la UNI PdR 164 è uno strumento unico, il primo codificato e normato da un Ente di Normazione a disposizione della filiera della pubblicità e della comunicazione commerciale”.
Secondo gli esperti le motivazioni per cui gli stakeholder della pubblicità trarrebbero vantaggio dalla prassi sono molteplici e di diversa natura.
Secondo gli esperti le motivazioni per cui gli stakeholder della pubblicità trarrebbero vantaggio dalla prassi sono molteplici e di diversa natura.
“Il sottotitolo nella Pubblicità che Nasce Accessibile riesce a esprimere” secondo Carlo Eugeni, membro esperto di sottotitolazione e lingua facile “tutto il potenziale comunicativo del messaggio pubblicitario senza dover scendere a compromessi tra accuratezza e fruibilità”.
Allo stesso modo l’audiodescrizione, secondo Maria Valero Gisbert, membro esperto di AD, “quando viene sviluppata per la pubblicità che nasce accessibile rende possibile la creazione di un’immagine mentale in chi ascolta, attraverso un’accurata scelta lessicale, senza dover rinunciare a parte del messaggio pubblicitario per mancanza di spazio”.
Secondo Anna Cardinaletti, membro esperto per il servizio di lingua dei segni, “un contenuto pubblicitario espresso nella lingua dei segni italiana – dal 2021 lingua riconosciuta dallo Stato – raggiunge tutti coloro, sordi e udenti, che si riconoscono in questa lingua e rappresenta una svolta culturale nel nostro Paese”.
Fabio Fornasari e Andrea Socrati, membri esperti per la progettazione dell’accessibilità per i luoghi e gli eventi, evidenziano che è stato proposto uno strumento “in grado di accompagnare e guidare all’interno di un paradigma culturale che riconosce e rispetta la diversità, intesa anche come stile di apprendimento e che, utilizzando le vie d’accesso sensoriali, permette di aumentare le proprie conoscenze, ampliare i propri punti di vista e alimentare la creatività”.
“Non basta che l’invenzione pubblicitaria utilizzi correttamente i singoli servizi di accessibilità, o li amalgami con equilibrio e armonia”. Marisa Pavone, membro esperto di pedagogia speciale, afferma che “oltre al criterio di efficienza tecnico-creativa, occorre rispondere a un criterio di efficacia creativa”.
Per ottenere questi risultati è stata introdotta, anche una componente sperimentale collegata a “un’importante prospettiva neurobiologica, per meglio comprendere i cambiamenti percettivi e cognitivi dovuti a fattori culturali, sociali o patologici: questo ci ha permesso di vedere gli strumenti operativi sotto una nuova luce” evidenzia Emiliano Ricciardi, membro esperto di neuroscienze cognitive.
Per ottenere questi risultati è stata introdotta, anche una componente sperimentale collegata a “un’importante prospettiva neurobiologica, per meglio comprendere i cambiamenti percettivi e cognitivi dovuti a fattori culturali, sociali o patologici: questo ci ha permesso di vedere gli strumenti operativi sotto una nuova luce” evidenzia Emiliano Ricciardi, membro esperto di neuroscienze cognitive.
a cura della redazione
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