Si è conclusa poco dopo mezzogiorno la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano.

Preceduta dalla celebrazione eucaristica nella basilica di Sant’Ambrogio, presieduta dall’arcivescovo Delpini, l’inaugurazione ha visto gli interventi della rettrice Elena Beccalli a cui hanno fatto seguito quello del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e le prolusioni di Leymah Gbowee, premio Nobel per la Pace 2011 e del Professor  Ernest Aryeetey, già Segretario generale dell’African Research Universities Alliance.

E proprio il legame tra l’ateneo e il continente africano è stato al centro del discorso della prima rettrice donna Elena Beccalli: “La Cattolica punta a diventare il primo ateneo europeo per collaborazioni e presenza, attraverso un vero e proprio Piano Africa, con l’obiettivo di incentivare percorsi per formazione di giovani africani in loco ma anche come polo di riferimento per africani di seconda generazione che vivono in Europa, per la promozione di fratellanza e pacifica convivenza sociale”.

Un Piano che punta sull‘Education power così lo ha definito Beccalli, che vede nell’educazione “lo strumento che consente di lavorare con i paesi africani piuttosto che per loro”. Grande spazio quindi al superamento delle diseguaglianze anche attraverso un uso consapevole dell’Intelligenza artificiale.

Oggi 250 milioni di bambini e giovani non hanno accesso all’istruzione – ha spiegato Beccalli citando Papa Francesco – e questa vera e propria catastrofe educativa non può essere ignorata dalla grande famiglia della Cattolica.

Il tema della banalità ha invece incentrato l’intervento di Mons Mario Enrico Delpini ,esito di quel modo di studiare il passato che riduce la memoria a erudizione riducendola ad un accumolo noioso di enormi gaicimenti di pezzi di antiquariato che l’Università Cattolica fermanente contrasta.

Leymah Gbowee e Ernest Aryeetey si sono invece soffermati sulla necessità di rendere indipendenti gli studenti africani concedendo loro la possibilità sopratutto per le giovani donne di studiare in modo autonomo ed indipendente riscattandosi  dall’ignoranza e tutelando il ruolo della famiglia e della salute sia fisica che intellettuale.

a cura della redazione

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Written by giovanni47

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