“È notizia recente che risultino accessibili in rete dati personali riconducibili ad alcune autorità italiane e figure di spicco del mondo imprenditoriale. Un’analisi accurata ha permesso di chiarire che non si tratta di attacchi informatici, né di esfiltrazioni di dati sensibili, bensì del risultato di tecniche di data aggregation, basate su fonti pubbliche e strumenti ampiamente utilizzati e noti nel settore. Queste piattaforme, sviluppate da aziende specializzate in attività di marketing, attive da anni e accessibili a pagamento, incrociano database pubblici e commerciali, per fornire recapiti verificati come numeri di telefono, indirizzi e-mail e profili social. I riferimenti, dunque, provengono da vari database, si dice nel rispetto delle normative sulla privacy, europee e non, o grazie a tecniche di crowdsourcing, ovvero il reperimento di informazioni attraverso la collaborazione spontanea di utenti in rete. Trattandosi, dunque, di un fenomeno noto, sistematico e non frutto di falle di sicurezza, risulta pertanto essenziale distinguere il risultato dell’utilizzo di questi strumenti da reali violazioni dei sistemi informatici, per evitare allarmismi e favorire una lettura corretta degli eventi recenti”.
Lo ha dichiarato Matteo Adjimi, Presidente del Cda di Argo Spa, azienda leader nel settore dell’intelligence specializzata in consulenze strategiche per imprese.
a cura della redazione
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Written by giovanni47