La vera sfida per i governi è quella di definire le priorità per l’investimento dei fondi NGEU coerentemente con le esigenze di aziende e cittadini, oltre a coordinare gli sforzi di tutti gli stakeholder coinvolti nell’ottica del bene comune.
I fondi NGEU dovranno essere utilizzati al fine di creare un contesto in cui digitalizzazione e innovazione possano essere pienamente sfruttate non solo dai cittadini, ma anche dalle aziende.
Questo passa attraverso la correzione degli squilibri storicamente presenti in UE, già riscontrabili dall’indice DESI, ed è l’unico modo affinché si possa registrare un impatto positivo sulla produttività e sulla competitività dell’Unione Europea».
Lo dichiara Andrea Poggi, Deloitte Central Mediterranean Clients & Industries Leader, nel presentare lo studio “Next Generation EU funding and the future of Europe” sulla base di una ricerca condotta da Deloitte nel secondo trimestre 2021.
Dallo studio emerge che il 79% dei cittadini europei intervistati ha fiducia nelle capacità del proprio Governo di garantire un’adeguata spesa dei fondi NGEU e oltre l’80% dei rispondenti considera NGEU uno strumento strategico per il rilancio non solo del proprio Paese (84%) ma anche dell’Europa intera (82%). In merito i cittadini italiani risultano essere i più ottimisti e fiduciosi (87%, 86%).
Negli ultimi mesi il 45% dei cittadini europei afferma di aver adottato uno stile di vita e di consumo più equo e sostenibile e di non volerlo abbandonare – in Italia tale questa percentuale arriva al 60%. Sviluppare infrastrutture adeguate (28%), potenziare i programmi informativi ed educativi (26%), favorire tecnologie a basso impatto ambientale (22%) rappresentano le principali aree di miglioramento tramite l’utilizzo di fondi NGEU secondo il campione intervistato.
«Agire in favore dell’ambiente è quanto mai importante – prosegue Poggi – soprattutto per i giovani della Generazione Z: quasi uno su due (43%) vorrebbe vivere in un Paese dove la sostenibilità sia posta al centro delle politiche di investimento e sviluppo. Ai Governi rimane il delicato compito di far convergere gli interessi di tutti gli stakeholder e sviluppare un approccio ‘green-by-design’, che sia in grado di correggere gli squilibri climatici limitando il più possibile l’impatto negativo su produttività, innovatività e competitività non solo del proprio Paese ma anche dell’UE nel suo complesso».
Conclude Poggi: «Il viaggio decisivo verso la ripresa e verso il nuovo futuro è iniziato. Il programma NGEU, un piano pluriennale animato dallo spirito della programmazione, ha messo in moto gli ingranaggi affinché i governi cominciassero ad agire, riscrivendo priorità d’intervento e linee guida di sviluppo con l’obiettivo di plasmare un ambiente che sia quanto più ricettivo possibile delle opportunità della transizione digitale ed ecologica. La velocità, con cui tali cambiamenti prenderanno forma, dipenderà in ultima analisi dalla capacità dei singoli governi di agire da guida e fare sistema con tutti i principali stakeholder impattati dalla trasformazione».
a cura della redazione