Nell’anno in cui l’attenzione mondiale si è concentrata sull’infezione respiratoria da Covid-19, la vita di chi soffre di asma, rinosinusite e poliposi nasali è cambiata. Farmaci biologici innovativi hanno ridotto il ricorso a terapie chirurgiche e cortisonici, migliorato l’adesione dei pazienti alle cure e la gestione a casa della malattia. L’analisi degli specialisti del Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia di Humanitas.
Buone notizie per 8 pazienti su 10 che presentano i sintomi respiratori da asma allergica, rinosinusite e poliposi nasale, spesso senza esserne del tutto consapevoli, che nel contesto di Covid-19 possono essere scambiati per infezione da Sars-CoV-2. Si parla di oltre 88 milioni di persone circa in tutta Europa, il 12% della popolazione, che lamenta quotidianamente ostruzione respiratoria nasale, cattiva percezione di gusto e olfatto, dolore facciale, sensazione di ovattamento, riduzione della concentrazione quotidiana e disturbi nell’attività scolastica e sportiva, sintomi esacerbati in periodo di allergie.
«Tornare a respirare bene e da entrambe le narici, migliorare la qualità della vita e del sonno, gustare cibi e profumi dipende da una corretta diagnosi che fornisce soluzioni personalizzate per il problema specifico del paziente, dall’uso di tecnologie come la telemedicina che ha dato continuità delle cure anche in periodo di pandemia, e dai nuovi farmaci biologici (target therapy) autosomministrabili che hanno personalizzato e semplificato la gestione della malattia, oltre a ridurre il ricorso alle terapie chirurgiche nei casi più gravi di ostruzione respiratoria da deviazione del setto, ad esempio», spiega il prof. Giorgio Walter Canonica, Responsabile Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia di Humanitas e docente Humanitas University.
Pazienti più consapevoli e informati
Se assunte secondo le modalità e i dosaggi prescritti, le terapie per l’asma sono efficaci e contribuiscono a migliorare la gestione della malattia e la qualità di vita del paziente. Continuare a seguire le terapie è fondamentale anche dopo Covid-19 perché in Italia i pollini sono presenti per la maggior parte dell’anno, talvolta arrivando anche in anticipo come quest’anno, e spesso le città registrano elevati livelli di inquinamento dell’aria. Se nell’asma allergico è ormai noto che la pollinosi può aggravare i sintomi respiratori, durante il periodo di lockdown per la pandemia si è notata una relazione diretta tra inquinamento dell’aria e sintomi dell’asma: infatti, con la riduzione dei livelli di inquinamento a seguito del lockdown, rilevati ad esempio nell’India del Nord, si sono registrati miglioramenti dei sintomi negli asmatici.
Pazienti più attenti alle terapie con la tecnologia
Assumere i farmaci in modo inappropriato o interrompere l’assunzione ai primi segnali di miglioramento sono comportamenti che possono portare al peggioramento dei sintomi nei pazienti asmatici. “Quando il paziente asmatico sta meglio – spiega la dott.ssa Francesca Puggioni, pneumologa di Humanitas -, tende a non assumere o a ridurre la terapia. Invece, all’esordio della pandemia, i pazienti hanno seguito le raccomandazioni delle società scientifiche di continuare regolarmente l’assunzione dei farmaci. Grazie anche alla telemedicina, con la pandemia abbiamo assistito a una maggiore aderenza degli asmatici alle terapie, che ha contribuito a migliorare l’effetto (effectiveness) delle terapie stesse sul paziente, dato che l’efficacia è direttamente proporzionale proprio all’aderenza alle terapie prescritte. Questa è una strada che è importante continuare a percorrere anche dopo Covid”.
Nuove terapie biologiche per chi respira male
“La rinosinusite con poliposi nasale – spiega il dott. Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra di Humanitas – non è un problema localizzato alla sola mucosa del naso, ma una malattia del sistema immunitario correlata ad altre patologie, e caratterizzata da alti livelli di infiammazione”. L’accelerazione alla Ricerca Scientifica data dalla pandemia ha contribuito a sviluppare nuovi anticorpi monoclonali, specie per la cura di quel 42% di pazienti che presentano asma grave e poliposi nasale insieme. “Un farmaco biologico già approvato per la dermatite atopica e ora anche per l’asma grave e per la poliposi nasale – spiega il prof. Enrico Heffler, allergologo di Humanitas e docente Humanitas University – interrompe i meccanismi infiammatori responsabili di queste patologie”. Altri farmaci biologici, con meccanismi d’azione differenti, sono già utilizzati da anni per l’asma grave e sono in fase di studio per la poliposi nasale. Ciò ha cambiato l’approccio a queste malattie, aprendo la strada a terapie mirate e personalizzate anche per la poliposi nasale che si aggiungono alle altre opzioni terapeutiche (chirurgia e cortisonici), ma risparmiando in molti casi l’intervento chirurgico e gli effetti collaterali del cortisone al paziente.
La cornice: cattiva respirazione, un problema molto diffuso
In un anno, in Italia, sono state 11 milioni le ricerche sul web per sintomo di cattiva respirazione/rinosinusite; 22 milioni quelle per rinosinusite e allergie, 7 milioni per ostruzione della respirazione nasale. Fra i 35 e 45 anni, i sintomi di ostruzione nasale diventano più evidenti per il riassorbimento progressivo e fisiologico del collagene e per il mancato funzionamento della valvola nasale, che si aggiungono all’infiammazione cronica alla base della rinosinusite e dell’asma e che determina un costante peggioramento della qualità di vita e un peggioramento dei sintomi nel corso degli anni. La rinologia è una specialità ad alta complessità e multidisciplinare che ha commistioni con oculistica, radiologia, gastroenterologia, dermatologia, allergologia, immunologia, neurologia, laboratorio di analisi. Questo dice anche della difficoltà che alcuni pazienti hanno a trovare la strada giusta per risolvere le difficoltà alla respirazione e i problemi collaterali che si associano a rinosinusite e asma.
Il libro
“La rinosinusite con poliposi nasale” è il titolo del libro (Red edizioni, 2020) scritto dal dott. Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra di Humanitas, insieme al prof. Enrico Heffler, allergologo di Humanitas e docente Humanitas University, Federica Gani (AOU San Luigi Gonzaga, Orbassano – Torino) e Giuseppe Guida (AOS. Croce e Carle – Cuneo), con la partecipazione dei responsabili delle Unità Operative di Medicina Personalizzata per Asma e Allergologia prof. Giorgio Walter Canonica e di Otorinolaringoiatria prof. Giuseppe Spriano.
“Il libro, che include consigli sulla gestione quotidiana delle rinosinusiti e innovazioni terapeutiche, è l’espressione di un percorso multidisciplinare di Humanitas, scritto per aumentare nel paziente la consapevolezza della propria malattia, secondo un approccio della medicina che deve essere precisa nella diagnosi, personalizzata nel trattamento e nella terapia, e preventiva delle complicanze”, spiega il dott. Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra di Humanitas.
a cura della redazione