Estratto secco di barbabietola rossa, vitamina C, magnesio ossido, vitamina B1 e vitamina D: questo il mix dell’innovativo nutraceutico combinato Cosmony, brevettato e sviluppato dal Gruppo Servier in Italia.
Nato dall’idea di poter agire su diversi fattori che influenzano lo sviluppo dell’ipertensione arteriosa, ogni singolo componente di questo nutraceutico è supportato da ricerche che ne dimostrano un’attività cardioprotettiva, vasoprotettiva e antipertensiva e la capacità di tenere sotto controllo valori pressori normale-alti.
Fino ad oggi la strategia più diffusa per controllare la pressione normale-alta consisteva nel mantenere delle buone abitudini alimentari, un adeguato peso corporeo e un’attività fisica costante.
Tuttavia, i benefici di questo approccio sono misurabili solo nei pazienti aderenti e a distanza di mesi.
Purtroppo, questa soluzione ha una scarsa probabilità di successo poiché normalmente si riscontra nei pazienti poca disponibilità a modificare il proprio stile di vita, spesso condizionato dalla vita frenetica di tutti i giorni.
“Per questo motivo molti ricercatori hanno cominciato a studiare le proprietà di alcuni componenti di origine naturale come minerali, lipidi, proteine intere, peptidi, aminoacidi, probiotici e vitamine, e i loro effetti emodinamici sul controllo della pressione normale-alta” – spiega Arrigo Cicero, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, Presidente Società Italiana di Nutraceutica (SINut). “Tra questi, quelli che presentano maggiori evidenze scientifiche sono i sali di magnesio, la Vitamina C e i nitrati vegetali derivati dalla barbabietola rossa.
La loro combinazione permette di sfruttare le proprietà additive di ogni singolo ingrediente, in modo da creare una mono somministrazione efficiente al minimo dosaggio ed efficace in ogni suo componente”.
La pre-ipertensione o pressione normale-alta colpisce circa il 30% della popolazione adulta italiana con valori pressori compresi tra 130 e 139 mmHg per quanto riguarda la sistolica e tra 85 e 89 mmHg per la diastolica. È tipica della popolazione più giovane, compresa tra i 30 e i 50 anni, che spesso sottovaluta il problema, tendendo ad attribuire l’oscillazione dei valori pressori o l’incremento rispetto ai valori precedenti, allo stress e agli impegni lavorativi.
“La pre-ipertensione è una condizione che non presenta sintomi evidenti, ma che può essere considerata un rischio per lo sviluppo di ipertensione arteriosa, danno d’organo e complicanze cardiovascolari a lungo termine.
Basti pensare che anche solo un modesto incremento dei valori pressori di 2 millimetri di mercurio sopra i livelli consigliati può essere correlato ad un incremento di casi di infarto (7%) e ad un 10% di ictus, come riportato anche dalle indicazioni della Società Europea di Cardiologia (ESC) e dalla Società Europea dell’Ipertensione (ESH)” – dichiara Claudio Borghi, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna, Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. “Ad oggi il trattamento farmacologico è raccomandato solo nei soggetti con elevato rischio cardiovascolare e pregressa malattia conclamata; per i pazienti con pre-ipertensione, invece, l’opportunità di un approccio terapeutico punta esclusivamente sulle modificazioni dello stile di vita”.
Per rispondere a questa necessità e per valutare l’azione di Cosmony, è stato condotto uno studio clinico randomizzato in doppio cieco verso placebo presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Il trial è stato sviluppato per analizzare gli effetti di questo nutraceutico sui valori pressori di 36 persone con pressione normale-alta, in prevenzione primaria per malattie cardiovascolari e monitorati a domicilio due volte al giorno, mattina e sera, per 16 settimane e con una valutazione intermedia all’ottava settimana.
“Lo studio ha dato risultati promettenti, infatti, già all’ottava settimana, sono state evidenziate variazioni positive della pressione arteriosa nel gruppo trattato con Cosmony” – sottolinea Arrigo Cicero. “Al termine del ciclo di 16 settimane, la riduzione della pressione arteriosa sistolica mattutina è stata pari a -3mmHg, la diastolica mattutina di -5mmHg, la sistolica serale di -2mmHg. Il calo pressorio osservato si è mantenuto nel tempo, mentre la riduzione del rischio cardiovascolare ha contribuito anche al rallentamento dell’invecchiamento dei vasi sanguigni”.
“Questo nutraceutico presenta caratteristiche, in termini di azione, del tutto simili a quelle che si trovano all’interno dei farmaci tradizionali e come tale rappresenta l’anello mancante delle strategie di prevenzione del futuro” – aggiunge Claudio Borghi.
“È, infatti, in grado di interferire con alcuni meccanismi che sostengono l’aumento della pressione, esercitando un controllo sia sui valori pressori, sia sul loro innalzamento.
Lo studio condotto ha, inoltre, dimostrato una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica in soggetti affetti da pressione normale-alta ed ipertesi di primo grado, e ha evidenziato inoltre come la combinazione tra stile di vita e impiego di nutraceutici, raddoppi la possibilità di successo nel controllo dei valori pressori”.
Spesso i pazienti hanno una percezione del rischio solamente di fronte alla malattia conclamata. Infatti, anche i dati emersi dalla pratica clinica sottolineano come nella quotidianità il Medico di Medicina Generale (MMG), principale figura di riferimento per i pazienti potenzialmente interessati da questa condizione, trovi difficoltà nel trasmettere l’importanza del concetto di prevenzione.
“È molto più facile, infatti, spiegare che una terapia funziona se il paziente è aderente e ha una continuità nell’assunzione di fronte ad un’evidenza di malattia, che sottolineare l’importanza della prevenzione in un contesto dove purtroppo il concetto non è così immediato.
In questo senso, servirebbe una comunicazione integrata che coinvolga MMG, specialisti, Società Scientifiche e Istituzioni per un cambio di rotta, ma questo richiede tempo, dedizione e soprattutto formazione” – dichiara Ovidio Brignoli, Vicepresidente Società Italiana Medicina Generale (SIMG).
“Al momento l’unica arma a nostra disposizione è continuare a suggerire l’adozione di corretti stili di vita e da oggi consigliare l’utilizzo di nutraceutici, validi supporti per i pazienti con pre-ipertensione”.
Con l’arrivo di questo nutraceutico il Gruppo Servier in Italia riconferma la sua attenzione verso le malattie cardiovascolari, allargando per la prima volta il suo impegno anche alla prevenzione primaria. “L’obiettivo dell’azienda rimane quello di continuare ad investire nella ricerca per mettere a disposizione dei pazienti terapie sempre più efficaci e ben tollerate al fine di prevenire complicanze cardiovascolari, danno d’organo e fattori di rischio correlati” – conclude Marie Georges Besse, Direttore Medical Affairs del Gruppo Servier in Italia.
a cura della redazione
SERVIER
È una società farmaceutica internazionale indipendente, governata da una fondazione non-profit, con sede in Francia (Suresnes). Presente in 150 paesi e con un fatturato di 4,7 mld nel 2021, Servier impiega circa 21.800 persone in tutto il mondo. Interamente indipendente, il Gruppo reinveste oltre il 20% del suo fatturato (esclusi i generici) ogni anno in ricerca e sviluppo.
Leader in cardiologia, l’ambizione del Gruppo Servier è quella di diventare un attore riconosciuto e innovativo in oncologia. La sua crescita si basa su un impegno costante nelle malattie cardiovascolari e metaboliche, in oncologia, nelle neuroscienze e nelle malattie immuno-infiammatorie. Per promuovere l’accesso ai trattamenti per tutti i pazienti, il Gruppo Servier offre anche un’ampia gamma di farmaci generici che coprono diverse patologie.
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