«Sono orgoglioso di come Occidente, Europa e Italia – nonostante le incertezze e i rischi – abbiano affrontato la guerra e la pandemia.
Le follie di chi critica, non meritano nessun commento, perché frutto solo di una visione distorta della realtà. Voglio però affrontare un tema di lungo periodo e che riguarda la riqualificazione produttiva del mondo occidentale; si può anche criticare la logica imprenditoriale di chi ha delocalizzato, ma soprattutto la politica ha agito negli ultimi 30 anni con poca lungimiranza.
Nonostante sia un percorso lungo, riportare la produzione nei nostri Paesi è doveroso, ma se non si inizia subito, si corre il rischio di non arrivare mai più al traguardo. Il problema principale sono la competitività e la forza lavoro; una corretta gestione dell’apparato statale porta a una diminuzione della spesa pubblica e permette di abbattere il cuneo fiscale che porta poi a una maggiore competitività delle imprese.
Per fare un semplice esempio, anche il premio da noi dato al personale recentemente è costato oltre 2 volte quanto hanno percepito i collaboratori in busta paga, in alcuni casi abbiamo quindi dovuto pagare allo Stato più di quanto i collaboratori abbiano percepito. Nella nostra azienda, per ogni 1.000 euro di premio che diamo al nostro dipendente, lui ne incassa soltanto 570 e a noi ne costa 1.600, quindi quasi il triplo.
È un aiuto alla competitività questo? La competitività si raggiunge soprattutto rendendo meno oneroso per l’azienda e per il dipendente il carico fiscale che va a favore dello Stato, che alla fine è quello che ne beneficia di più, ma sul lavoro degli altri».
Lo dichiara il “re del Prosecco” Sandro Bottega, patron dell’omonima azienda di Bibano di Godega di Sant’Urbano (TV), tra i principali produttori di vino e distillati italiani. «Ma c’è un altro aspetto – continua Bottega – da non sottovalutare: manca manodopera, gli italiani non vogliono fare certi lavori e i giovani non vogliono sacrificarsi come altre generazioni. La corretta gestione dell’immigrazione è fondamentale ed è l’unico modo per permettere alla nostra cultura di essere trasmessa, insegnata e condivisa da nuovi popoli, compresa la costruzione di nuovi imprenditori che, acquisendo i nostri valori, li sapranno trasmettere a loro volta.
Se non agiamo su queste due cose (che sembrano semplici), l’Europa e l’Occidente continueranno sì a essere l’Eldorado, ma diventeranno come il Lussemburgo e la Svizzera. Magari saremo anche i più ricchi, ma sempre più dipendenti dagli altri, e la vera ricchezza, la vera libertà sono legate all’indipendenza.
Il mio invito è che tutti, ma davvero tutti, abbiano una presa di coscienza dell’importanza del proprio ruolo nella società per poter fare dell’efficienza la chiave per il benessere», conclude Sandro Bottega.
a cura della redazione