“Il voto di ieri è il segnale sia di quanto sia importante il lavoro fatto dalle Soa in questi anni al punto che è lo strumento con cui lo Stato intende individuare operatori qualificati, come sottolineato dall’Ance, a svolgere i lavori privati finanziati con i soldi pubblici”.

Lo dichiara Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta SOA, una delle principali società organismo di attestazione
che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, commentando l’emendamento che è stato approvato ieri dalle commissioni Industria e Finanze del Senato. L’emendamento prevede che, dal primo luglio 2023, per beneficiare dei bonus per lavori sopra i 516mila euro, ci si dovrà rivolgere ad imprese con la SOA, la certificazione oggi necessaria alle aziende per partecipare agli appalti pubblici superiori ai 150 mila euro.

Argenta SOA ha promosso anche il Centro Studi sugli Appalti Pubblici, nato per monitorare l’andamento del mercato degli appalti pubblici e dei settori produttivi coinvolti, con particolare riferimento al comparto delle costruzioni.

“La norma, che entrerà in vigore nel 2023, crea- spiega Pelazzi- una barriera d’ingresso agli improvvisati. Come ha sottolineato il Presidente di Ance Gabriele Buia è fondamentale creare una divisione netta tra le aziende che hanno un curriculum importante, piccole o grandi che siano, e una storicità riconosciuta dal mercato dalle aziende nate ad hoc per cogliere le opportunità dei bonus.

Parliamo di aziende prive di uno storico qualificante e che spesso sono oggetto anche di casi di cronaca per incidenti sul lavoro.”

“Non era previsto per i Bonus fiscali, che anche sono fondi pubblici, nessuna qualificazione, attestante esperienza ed integrità professionale per le imprese che stipulavano contratti.

Questo è stato un grande incentivo per l’attività dei cosiddetti free riders, cioè imprese che si costituiscono ex novo per sfruttare la spinta degli incentivi statali per le ristrutturazioni finanziate con il Superbonus.

Prima che scoppiasse la guerra in Ucraina l’ISTAT aveva certificato ufficialmente a febbraio, anche dal punto di vista della struttura produttiva, il momento positivo del comparto delle costruzioni.

Naturalmente numeri così straordinari vanno interpretati con prudenza.

C’è infatti un’altra faccia della medaglia che deve essere considerata: l’elevato numero di nuove iscrizioni potrebbe nascondere un rischio legato all’attività dei free riders.

La richiesta della SOA è quanto posto in atto per limitare questo rischio che si riflette sui committenti, sulla qualità e sulla sicurezza dei lavori svolti.

Le SOA

“L’entrata in vigore del D.P.R. 34/2000- spiega Pelazzi- ha reso obbligatorio il possesso dell’attestato rilasciato dalla SOA per la partecipazione agli Appalti Pubblici di lavori di importo superiore ai 150 mila euro.

L’attestato SOA è il risultato di verifiche legate ai requisiti economici e tecnici e alla regolarità contributiva e fiscale delle società e ai casellari giudiziari integrali dei soci e delle figure apicali delle aziende.

L’attività svolta dalle SOA rappresenta un unicum nel mondo delle aziende dei servizi: sono aziende private che svolgono funzione pubblica e si sostituiscono allo Stato nel ruolo di presidio e controllo della legalità delle imprese che operano nel mercato degli appalti pubblici.

Le società sono autorizzate ad operare e vigilate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione-ANAC.”
La certificazione Soa, già prevista per il settore pubblico, è vista come la soluzione a garanzia degli operatori. E’ un sistema in vigore da oltre venti anni, maturo e apprezzato dagli operatori del settore.”

“Attualmente- conclude Pelazzi- le imprese di costruzioni e le imprese che partecipano agli appalti di Opere Pubbliche superiori a 150.000,00 sono le sole imprese obbligate a possedere l’Attestazione SOA.

L’attestazione SOA, garantisce che l’azienda che la possiede soddisfa determinati requisiti di legge, come quello di moralità della governance e dell’impresa stessa in termini, quindi non avere carichi pendenti e certificati del casellario Giudiziale perfetti ed essere in regola con il pagamento delle tasse e dei contributi; quelli economici e finanziari, che derivano dall’analisi il fatturato storico, la presenza di adeguato personale tecnico assunto e la dotazione dell’attrezzatura tecnica per eseguire le opere.

Ultimo ma altrettanto fondamentale il requisito tecnico: l’impresa attestata SOA deve dimostrare di avere eseguito, nel corso della sua storia, lavori analoghi a quelli oggetto del nuovo contratto.
Pertanto se si arriverà a rendere obbligatoria l’attestazione SOA per le imprese che operano nei lavori privati incentivati dai bonus fiscali, si andrebbe nella direzione giusta.”

 

 

a cura della redazione

Written by giovanni47