È questo il tema del dodicesimo appuntamento di Olio Officina Festival, in programma a Milano da giovedì 2 a sabato 4 marzo 2023 nelle sale e nell’atrio di Palazzo delle Stelline

Nuovo anno, nuova edizione: “L’olio è progresso”

“La parola “progresso” può forse apparire come ormai data per acquisita, soprattutto in una società evoluta e avanzata come quella che viviamo in Occidente, ma non sempre è così” dichiara Luigi Caricato durante la conferenza stampa di presentazione della dodicesima edizione del Festival che si terrà da giovedi  2 a sabato 4 marzo 2023 nelle sale e nell’atrio di Palazzo delle Stelline a Milano.

“Di fatto, ciò che ci spinge a guardare avanti, verso quel che ancora non è del tutto definito, fa sempre paura.

Si tende ad accettare il progresso già assimilato, in quanto sperimentato e vissuto, ma si teme – e spesso anche si rifiuta, assumendo a volte atteggiamenti perfino ostili – il progresso che invece è in corso d’opera, il progresso immaginato e anelato, ancora di là da venire.

Da qui la necessità di ribadire – qualora ce ne fosse bisogno – che l’olio resta l’espressione massima e più compiuta del progresso compiuto dall’uomo nel fronteggiare le insidie e le complessità della natura. ” Prosegue Caricato,

Il tema portante della dodicesima edizione di Olio Officina Festival è incentrato sul progresso e, di conseguenza, sull’accoglienza di ogni forma di innovazione tecnologica e sapienziale intorno all’olivo e all’olio, proprio per ribadire il valore di quanto siamo riusciti a conseguire, come esseri umani, nel corso dei millenni.

Il concetto di partenza è che l’olivo, e di conseguenza l’olio che si estrae dalle olive, porti con sé l’idea stessa di progresso. Non è un caso che la coltivazione degli olivi, e l’estrazione dell’olio dalle olive, sia stata tra le prime e più significative innovazioni tecnologiche operate dall’uomo.

L’aver reso l’olivastro, il precursore dell’olivo, una pianta coltivabile, non più selvatica ma domesticata, non più arbusto spontaneo ma albero piegato a soddisfare le esigenze dell’uomo, è stato un passaggio importante e decisivo.

Questo passaggio, da olivastro a olivo, non è stato così immeditato, come si potrebbe ingenuamente pensare. C’è voluto l’ingegno e la determinazione di chi ha compreso le grandi potenzialità presenti nella pianta.

Sono trascorsi almeno sei millenni da quando tutto ciò si è compiuto, e ancora oggi ci sono altri e ulteriori spazi per l’innovazione. Si continuano a cercare nuovi percorsi, nuove vie che portino a continui miglioramenti genetici.

Così, in questa chiave di lettura, dire che “l’olio è progresso” diventa fondamentale anche per comprendere tutti i possibili scenari futuri.

Non è un caso che il mito di Atena abbia segnato simbolicamente il passaggio verso la civiltà, con la polis, città forte e longeva, centro di vita civile, sociale e politica, intesa quale comunità di persone riunita intorno a una forma di vita comunitaria fondata su regole ben definite.

Nulla è mai definitivo.

L’olivo e l’olio, simbolo del progresso che si è compiuto nel corso dei tanti secoli, per rimanere tale ha necessità di essere volta per volta riaggiornato e riattualizzato.

Non è possibile rifiutare il progresso, perché significherebbe tradirequanto si è finora compiuto. Proprio per questo è necessario accettaredi buon grado una visione nuova di olivicoltura, più moderna ed efficiente, pensata su misura della contemporaneità.

Ambire al progresso è l’unica strada percorribile, anche perché l’olio “è” il segno più concreto di quel “progresso” conseguito nel corso dei millenni.

Non c’è altra soluzione, perché rinunciare al progresso significherebbe arretrare, tornare indietro. Rifugiarsi nel lontano passato, significherebbe far regredire l’olivo a elemento selvatico.

L’olio è progresso e, in quanto tale, almeno finché l’uomo avrà cura della pianta dell’olivo, resterà simbolo di permanenza, unità e saldezza, luogo eletto e privilegiato di cultura.

Nei tre giorni di Olio Officina Festival, dal 2 al 4 marzo 2023 a Milano, saranno celebrati l’olivo e l’olio quale segno tangibile del continuo e inarrestabile avanzamento verso traguardi sempre superiori, tesi a un continuo perfezionamento e a una evoluzione e trasformazione graduale di tutto quel che ci sta attorno.

Il programma della tre giorni incentrato su uno dei tesori del settore agroalimentare italiano, prevede una rassegna di oli internazionali, laboratori di assaggio con sessioni di degustazione e abbinamento con cibo e incontri con i produttori.

Non mancheranno anche momenti di approfondimento con esperti dedicati all’economia dell’olio, agli utilizzi in cucina e nella cosmesi, al packaging, all’arte e alla letteratura.

L’edizione 2023 presenta inoltre un focus sull’olio e i bambini, degustatori ritenuti straordinari perché ancora privi del pregiudizio sensoriale che vizia le valutazioni degli adulti. Nella proposta di eventi studiata dagli organizzatori anche scuola di cucina, sessioni di assaggi e gioco, (un gioco dell’oca trasformato in un gioco dell’olio) e la possibilità di imparare come si produce l’olio: dall’albero alla tavola.

“L’educazione alimentare è fondamentale – continua Caricato,  sia per la salute fisica dell’individuo, sia per la salute dell’ambiente in cui viviamo. E parlando di progresso, chi se non i giovani, saranno gli innovatori del domani più prossimo?”

Luigi Caricato, scrittore, giornalista e oleologo, ha pubblicato per Mondadori Oli d’Italia (2001), Olio di lago (2010) e Atlante degli oli italiani (2015) e, presso altri editori specializzati, una nutrita serie di manuali e saggi.

Nell’ottobre 2021, per le edizioni Olio Officina, ha dato alle stampe Il grande libro dell’olio. Guida ragionevole ai migliori extra vergini del mondo in commercio, primo volume visual al mondo interamente dedicato alla cultura olearia, in edizione bilingue italiano/inglese.

 

a cura della redazione

 

Written by giovanni47