Una grande svolta per il Pastificio Lucio Garofalo che dopo un lungo e attento lavoro di studi di ricerca, progettazione, valutazioni e approfondimenti presenta il nuovo packaging composto per il 30% da plastica riciclata, ottenuta dal riciclo chimico dei rifiuti da imballaggi plastici.

 

Pasta Garofalo rappresenta un unicum in questa scelta. L’azienda è infatti la prima nel settore pastaio a utilizzare la plastica riciclata ottenuta dal riciclo chimico, un approccio all’avanguardia. Il riciclo chimico permette di ottenere l’olio di pirolisi dalla decomposizione dei polimeri che compongono i tradizionali rifiuti da imballaggi in plastica, convertendoli nella materia prima utilizzabile per produrre nuovamente plastica, equivalente ad un materiale vergine.

Un processo diverso da quello meccanico finora utilizzato, che apre possibilità di riciclo inedite per frazioni di rifiuti ad oggi difficili da riciclare come la plastica da raccolta domestica.

Una lavorazione al momento ancora costosa ed un materiale di ancora limitata disponibilità.

Un progetto che il Pastificio di Gragnano ha scelto di sostenere in virtù dei benefici che ne derivano tra cui la riduzione dell’utilizzo di risorse fossili riutilizzando materiali già in circolazione, perseguendo gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: 7 (Energia pulita e accessibile), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 15 (La vita sulla terra).

 

L’innovazione è inizialmente prevista per 5 formati di Pasta Garofalo con l’intenzione di estenderla ad altri prodotti della linea e di aumentare la percentuale di materiale plastico riciclato ogni anno di più, con l’augurio che il sostegno aziendale a questo processo di riciclaggio ne determini una crescente disponibilità.

Da marzo Spaghetti, Penne ziti Rigate, Fusilli, Farfalle, Elicoidali sono disponibili sugli scaffali del mercato italiano. Una scelta innovativa per il nuovo packaging all’insegna del percorso di sostenibilità adottato da Garofalo, che da sempre ha puntato sulla completa riciclabilità dei materiali di imballaggio dei prodotti.

 

Le nuove confezioni saranno facilmente riconoscibili.

La trasparenza del packaging, che lascia spazio alla pasta di mostrarsi in tutte le sue naturali imperfezioni, si riconferma come elemento caratterizzante del brand.

Un’etichetta narrante avrà un ruolo da protagonista e riporterà in modo chiaro e immediato i pillar alla base del progetto: Packaging ad Impatto Zero e con il 30% di plastica riciclata.

 

Il Pastificio di Gragnano, oltre ad aver introdotto l’utilizzo della plastica riciclata per alcuni formati, ha aderito all’importante progetto IMPATTO ZERO di LifeGate che prevede 3 principi: CALCOLARE, RIDURRE, COMPENSARE.

 

Azioni che bilanciano l’effetto delle emissioni di CO2.

Il progetto contribuirà a compensare le EMISSIONI DI CO2 generate dalla fabbricazione e commercializzazione del packaging primario dei prodotti a marchio Garofalo destinati al mercato italiano per l’equivalente di oltre 750 tonnellate di polipropilene e 120 milioni di pezzi in un anno e mezzo, da luglio 2022 alla fine del 2023.

Le emissioni sono state compensate con i crediti di carbonio generati dal progetto sviluppato nella riserva Rimba Raya, in Indonesia, che prevede la conservazione di foreste in crescita con obiettivi di prevenzione, protezione e sviluppo locale.

 

Innamòrati del pianeta è il claim del nuovo progetto che racconta l’impegno di Pasta Garofalo e che dà il nome al sito dedicato www.innamoratidelpianeta.it, direttamente accessibile anche dal QRcode posto sui pack.

Un video animato con un impattante storytelling e immediatamente accessibile che racconta il percorso intrapreso da moltissimi anni dall’azienda all’insegna della sostenibilità e dell’efficienza energetica. Innamòrati del pianeta è la chiara e forte esortazione ai consumatori a essere parte attiva nella salvaguardia della nostra Terra. Garofalo si fa promotrice di suggerimenti “educational” con lo scopo di sensibilizzare i consumatori verso un comportamento quotidiano sempre più sostenibile.

Qualche esempio? Bollire l’acqua con il coperchio per ridurre l’energia necessaria al processo, mantenere il giusto rapporto tra acqua e pasta, evitare di far bollire l’acqua troppo a lungo, privilegiare ortaggi e verdure di stagione … riciclare correttamente il pacchetto nel giusto contenitore per permettere alla confezione di vivere altre vite e tornare sugli scaffali in modo circolare.

 

Un nuovo e importante traguardo per un brand pioniere come Pasta Garofalo che, in modo coerente con il percorso di sostenibilità intrapreso, permette di esprimere in maniera ancora più incisiva le proprie potenzialità, mantenendo al tempo stesso intatta la forte identità di marca.

 

Pasta Garofalo

Pasta Garofalo è una realtà imprenditoriale dalla storia ultra centenaria. Dopo una serie di riassetti, nel 1997 passa sotto il controllo totale della famiglia Menna, nel capitale sociale già dal 1952.

Nel 2001 il Pastificio, che negli ultimi decenni aveva concentrato il proprio business all’estero e nella produzione per conto terzi, decide di ripartire con la produzione di una linea a marchio Garofalo destinata anche all’Italia.

Nel 2002 lancia la linea Garofalo e da allora cresce esponenzialmente in un contesto molto competitivo raggiungendo una posizione di leadership nel segmento della pasta premium, a livello nazionale e internazionale, e generando un vero fenomeno di affezione al brand grazie alla qualità del prodotto, valorizzata da un sapiente mix di marketing e politiche commerciali.

Nel giugno del 2014 entra nel capitale sociale dell’azienda con una partecipazione del 52%, il Gruppo Ebro Foods (EBRO.MC), multinazionale che opera nei settori del riso, della pasta e dei condimenti, quotato alla Borsa di Madrid.

Il restante 48% è controllato dell’Amministratore Delegato Massimo Menna, da decenni alla guida dell’azienda.

a cura della redazione

Written by giovanni47