In occasione della mostra Text al Museo del Design Italiano, a cura del Direttore Marco Sammicheli con progetto di allestimento di Paolo Giacomazzi Design Studio, sarà ospitata fino al 17 settembre l’opera “NINO”, promossa da “doutdo” e “Fondazione Nino Migliori”.
Si tratta di una consolle, in un unico esemplare, disegnata da Michele De Lucchi con Alberto Nason e realizzata con un legno
creato da Ettore Sottsass per Alpi, il “red Sottsass”.
Photo credits Daniele GuidettiPhoto credits Daniele Guidetti
Il mobile, nato in onore dell’artista Nino Migliori, curato da Alessandra D’Innocenzo, è stato prodotto appositamente per accogliere il libro MUSEUM, la raccolta di fotografie eseguite dall’artista stesso ed esposte alla mostra “Via Elio Bernardi, 6. Ritratti alla luce di un fiammifero”, andata in scena al Museo Civico Archeologico di Bologna nel luglio 2021. 596 ritratti, scattati da Nino Migliori ad amici, e amici di amici, che sono andati a trovarlo nel suo studio.
Conclusa l’esposizione, le fotografie sono state raccolte nel prezioso libro in copia esclusiva dal titolo MUSEUM, appunto, firmato e datato da Nino Migliori e composto da 12 volumi, ognuno dei quali contiene cinque leporelli che proteggono e conservano 10 fotografie ciascuno: 60 leporelli per un totale di 596 foto. I 12 contenitori sono accompagnati da due ulteriori fascicoli.
Il primo, di 32 pagine, stampato e rilegato ad arte su cartoncino identico ai leporelli, che contiene tutti i nomi e la loro collocazione, consentendo un rapido accesso ad ogni fotografia.
Il secondo come custodia di un hard-disk contenente tutti i materiali digitali della mostra e la video-intervista Minini-Migliori.
Il raccoglitore è stato rilegato a mano da Sandra Varisco, eccellenza dell’antica tradizione italiana delle rilegature artistiche.
I leporelli sono realizzati in carta antiacida Klug da conservazione e tutte le fotografie protette da velina a ph neutro. I cofanetti, perfettamente contenuti nel mobile prodotto su misura da Michele De Lucchi, sono in tela Buckram Premium e dorso in pelle Box.
La grafica è impressa a bassorilievo con inserto in pelle rossa. La successione dei 12 contenitori compone il nome dell’autore delle fotografie: NINOMIGLIORI.
Photo credits Daniele Guidetti
“(…) Se la stampa fotografica è il corpo dell’immagine i volumi costruiscono invece quello della mostra, contenuta all’interno di un altro spazio, un’architettura minima, un museo portatile di legno che conserva e disvela. Le fotografie, i libri e NINO esistono insieme, si contengono l’uno nell’altro, come organi uniti tra loro. Una gestazione in tre parti in cui scritture diverse si incontrano e creano un nuovo livello di senso.
Questo corpo-opera, come una madre e un nido, protegge e dà alla luce
i tanti volti che hanno scritto, nel tempo, il corso di questa storia. NINO è un’idea divenuta realtà, unica e irripetibile, come ognuno dei volti raccolti al suo interno, come ognuno di noi.
Il progetto donato dall’architetto De Lucchi, nella sua natura multiforme, è un ritratto di Migliori, fatto con la materia del mondo e con quella dei sogni.” Ascanio Kurkumelis, storico della fotografia.
Le foto della mostra “Via Elio Bernardi, 6. Ritratti alla luce di un fiammifero”, il libro d’artista MUSEUM e il mobile “NINO” compongono una importante opera d’arte irripetibile che verrà assegnata da “doutdo” a fronte di una donazione destinata all’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. C. Seràgnoli di Bologna.
Nino Migliori ha da sempre praticato il genere del ritratto, realizzando diversi progetti, utilizzando diversi stili legati ai suoi molteplici ambiti di sperimentazione. In particolare, questa idea di ritrarre volti utilizzando la sola luce di un fiammifero prende spunto da una ricerca precedente, Lumen, iniziata nel 2006. Si è trattato di una lettura di famosi monumenti e sculture, dallo Zooforo del Battistero di Parma al Cristo Velato della Cappella Sansevero, esplorati con l’apporto luminoso di
una o più candele permettendo a quei capolavori di riapparire a noi moderni nella loro essenzialità.
Un gioco di sfumature, di grigi, di neri profondi, capace di indagare i volumi, i particolari, le movenze cristallizzate nei diversi materiali regalandoci così nuove suggestioni e nuove prospettive.
Usando la luce di un solo fiammifero Nino Migliori ha ripreso negli anni i visi di centinaia di persone che sono passate dal suo studio in Via Elio Bernardi 6/a, a Bologna, costruendo così una originale galleria di volti.
Amici, critici d’arte, politici, scultori, scrittori, pittori, insegnanti, imprenditori, tutti ritratti con un gioco di luce/ombra, creato dalla fiamma del cerino, che assume un ruolo introspettivo sia per la parte psicologica del soggetto, sia per quella più prosaica di rappresentarne le fattezze, ottenendo un risultato di assoluta originalità.
a cura della redazione