In occasione del Centenario della nascita di Italo Calvino, uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo, dall’11 ottobre all’8 novembre 2023, Spazio HUS ospita la mostra personale di Germana Conca dedicata al capolavoro “Le città invisibili”, un poema d’amore per la città, che si snoda attraverso l’immaginario resoconto di viaggio che l’esploratore Marco Polo fa all’Imperatore dei Tartari Kublai Khan. “Quello che sta a cuore al mio Marco Polo – scrive Calvino – è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi”.

L’incontro con le città invisibili di Calvino è per Germana Conca una sorta di folgorazione, un invito all’esplorazione di nuove possibilità espressive, che la conduce a immergersi in un percorso di studio e di ricerca, durato diversi anni, e culminato nella realizzazione di 57 immaginifiche città – di cui l’artista presenta qui una significativa selezione – opere fiorite da emozioni e riflessioni frammentarie che, nel loro insieme, formano un componimento visivo finale che ha l’eloquenza e la sincerità del diario personale.

Dopo una lunga esperienza professionale nell’ambito dell’illustrazione naturalistica e dell’arte figurativa, Germana Conca approda all’astrazione e, contestualmente, la sua ricerca artistica la porta a sperimentare linguaggi espressivi inediti, in cui innovativi processi fotografici si mescolano con elaborazioni digitali e originali interventi pittorici. L’astrazione diventa il linguaggio d’elezione per l’artista, quel gesto espressivo che le permette di approfondire un suo personale rapporto con l’immaginario urbano e la complessità simbolica da esso rappresentata.

Di fronte al variegato immaginario offerto dalle città invisibili, Germana Conca sceglie la via dell’astrazione come unica via possibile per dare forma visiva a quello straordinario mondo, sospeso tra realtà e immaginazione, creato dalle parole di Italo Calvino.

“L’astrazione permette all’artista di collocare lo sguardo al di là delle coordinate di spazio e di tempo e addentrarsi, liberamente, negli sconfinati spazi dell’emozione e del pensiero – affermano le curatrici Francesca Bianucci e Chiara Cinelli -. In questo libero gioco di trasposizione dalla parola all’immagine, Germana Conca conferma la propria inclinazione alla sperimentazione linguistica, spaziando dall’impiego della fotografia all’utilizzo della tecnica del collage o dell’arte frattale, con un costante e predominante impiego della pittura, realizzata con colori ad olio, pastelli o chine. In questa frammentarietà tecnica, l’elemento unificante resta sempre l’intenzione: nell’arte di Germana Conca, la tecnica è al servizio dell’emozione e del pensiero, è strumento dell’espressione poetica, mai fine”.

Il valore di questi lavori risiede nella loro forza sintetica, nella capacità dell’artista di trovare, all’interno della complessità di simboli, pensieri e desideri che ogni città racchiude, quel segno o sentimento distintivo che connota la città, per poi tradurlo in un elemento visivo caratterizzante, creando così un’immagine finale dal profondo valore simbolico.

In questo viaggio fra le astratte visioni di Germana Conca, l’osservatore potrà scegliere se perdersi nel dettaglio della singola opera, farsi rapire e irretire dalla ricca trama di forma e colore, dal complesso gioco di riflessi e di sdoppiamenti che compongono il tessuto narrativo di questi lavori, o sollevare lo sguardo più in alto e abbracciare l’insieme delle opere a volo d’uccello: in questo secondo caso, sarà stupito nel sentire un respiro comune, una risonanza interna che accomuna tutte le città, pur nella loro frammentaria diversità.

La coerenza interna di questo viaggio è data dalla sincerità dello sguardo dell’artista, da quel suo peculiare modo di “leggere” l’opera di Calvino, facendola prima risuonare dentro di sé, e solo successivamente tradurla in immagini. Da qui nasce quel sottile filo dell’emozione che lega questi lavori e li rende parte di un insieme unitario, un mondo in cui ciascuno di noi potrà riflettersi e trovare un po’ di sé stesso.

 

 

Spazio HUS

Spazio HUS si propone come un luogo di incontro e di contaminazione tra esperienze e percorsi artistici differenti, attraverso un ricco programma di esposizioni di designer, artisti, fotografi e artigiani del panorama italiano e internazionale. Spazio HUS, il cui nome nasce dal termine danese “HUS” che significa “casa”, si trova in un luogo suggestivo con interni originali d’epoca che è anche sede di HUS Milano, laboratorio creativo e di ispirazione per architetti, arredatori, designer e artisti in generale

 

Germana Conca, milanese di nascita, inizia la sua attività artistica come grafica ma prosegue ben presto con l’illustrazione. Si specializza nel campo dell’illustrazione naturalistica collaborando con Giorgio Mondadori, Rizzoli, Arti Grafiche Ricordi, DeAgostini e Sperling & Kupfer.

Dopo questa lunga esperienza nell’editoria sente l’esigenza di cercare nuove espressioni formali e uscire dagli schemi del gesto rigorosamente preciso modificando il suo modo di percepire e interpretare il mondo degli animali, rendendoli protagonisti assoluti delle loro azioni e comunicandone la forza e il movimento attraverso l’uso del colore, rappresentando “l’essere vivente” nella sua vera e profonda natura.

L’approccio alla grafica digitale trasforma ancora una volta i suoi animali, che diventano astratti e apparentemente lontani dal loro Mondo.

Dal 2009 la sua personale ricerca artistica la porta sempre più lontana dal figurativo.

La sperimentazione di nuovi processi fotografici, che le hanno permesso di catturare Milano, sua città natale, attraverso un nuovo punto di vista, e lo sviluppo di una più profonda percezione della realtà urbana, si sono tradotti nell’ampia produzione di quadri intitolata «Astratto Metropolitano», cui seguiranno la serie «Le Città Invisibili» e numerose altre opere pittoriche nate dall’esplorazione di gesti e linguaggi espressivi astratti.

a cura della redazione

Written by giovanni47