Per Martin Parr, fra i maggiori maestri della fotografia contemporanea e straordinario cronista della nostra epoca, la spiaggia è una vera e propria ossessione. Per oltre quarant’anni ha fotografato la cultura della spiaggia, tanto che negli anni ha dedicato diverse mostre a quei “set cinematografici” che sono i litorali di tutto il mondo.
Da sempre vero e proprio “Laboratorio umano”, terreno fertile per un’attenta e accurata esplorazione sociologica della vita balneare, raccontata con sarcasmo e ironia tra normalità ed eccessi, le spiagge di Martin Parr sollevano un velo sui nostri rituali pubblici e privati ai quali ci abbandoniamo senza paura di essere giudicati quando arriviamo in spiaggia e ci mescoliamo agli altri tra conchiglie, castelli di sabbia, materassini gonfiabili, sdraie e ombrelloni.
Dopo aver presentato nel 2018 “A la Playa!” a Photology Garzón in Uruguay, Photology torna a rendere omaggio alle spiagge di Martin Parr (col quale collabora dal 1996) con la mostra “Back to the Beach” – curata da Davide Faccioli e fruibile in modalità virtuale dal 3 giugno al 31 agosto 2021 su Photology Online Gallery (https://www.photology.com/
Una trentina di opere fotografiche realizzate dagli anni ’90 in avanti raccontano quella che era la vita di tutti noi solamente diciotto mesi fa, ovvero quando l’attuale quotidianità era semplicemente lontana da ogni nostra immaginazione, i contatti umani erano un fattore aggregativo e non divisivo, le relazioni sociali decisamente un plus. Il tutto con lo stile inconfondibile di Martin Parr, che sembra aggirarsi sulle spiagge alla ricerca del dettaglio o dell’insieme da catturare nell’obiettivo della sua macchina fotografica: uomini e donne sui loro teli mare colorati appiccicati gli uni agli altri incuranti della totale confusione che li circonda e della privacy sfacciatamente violata (Beach Therapy, SORRENTO E AMALFI COAST, Italy 2014), donne sdraiate e immobili intente ad abbronzarsi assorte nei propri pensieri come fossero sculture di Duane Hanson (Life’s a Beach, KNOKKE, Belgium 2001), o ancora uomini in costumi attillati (LIFE’S A BEACH, Rio de Janeiro, Brazil 2018) o patriottici (LIFE’S A BEACH, Miami, Usa 1998).
Martin Parr, fotografo, film maker e collezionista, il cui lavoro è stato pubblicato in più di 40 monografie ed esposto in tutto il mondo in circa 80 mostre personali, profondo conoscitore delle mille sfaccettature dell’uomo, dei suoi usi e costumi, dei suoi tic e dei suoi rituali, ancora una volta con la mostra “Back to the Beach” ci fa sorridere dei nostri vizi e malcostumi, delle nostre stravaganze e dissolutezze.
Il suo inconfondibile occhio per le stranezze della vita ordinaria sembra essere ovunque. Parr osserva a 360° e scannerizza tutto, ogni dettaglio, dalle unghie dei piedi dipinte di giallo alle dita delle mani curatissime e con le unghie laccate di rosso, in spiaggia come se si fosse a teatro (BENIDORM, Benidorm Spain 1997). Le sue opere fotografiche rappresentano tutti i comportamenti, dai più banali a quelli più folcloristici che assumono le persone quando trascorrono una vacanza al mare, capaci di estraniarsi dal contesto che li circonda per concentrarsi solo su sé stessi (uomo con cuffia e cappello bianco).
“Back to the Beach” è dunque un’indagine lucida e ironica di un aspetto del nostro vivere contemporaneo che riflette molto di quello che siamo. Le persone o le situazioni che Parr sceglie di fotografare, che possono sembrare strane o addirittura grottesche, mostrano in modo insolito ma penetrante come viviamo, come ci presentiamo agli altri e cosa apprezziamo, al di là di quello che accade sulle spiagge di tutto il mondo.
MARTIN PARR > MAJOR MUSEUM SHOWS
London Barbican Arts Center | Museum fur Gestaltung Zurich | National Portrait Gallery London | Bibliotèque Municipal de Lyon | Centro Culturale Recoleta Buenos Aires | Moscow House of Photography | Seoul Arts Center | Canadian Museum of Contemporary Photography Ottawa | Australian Center for Photography Paddington | Palazzo delle Esposizioni Roma | Hong Kong Arts Center | ICP New York | Photokina Koln
PHOTOLOGY ONLINE GALLERY
Nei suoi 28 anni di attività Photology ha organizzato più di 350 mostre in tutto il mondo, collaborando con artisti internazionali, archivi, fondazioni, gallerie, musei e università.
Dopo le esperienze di Milano (1992-2015), Cortina (1992-1995), Londra (1997-2000), Bologna (2000-2003), Parigi (2007), Noto (2013-on) e Garzón, Uruguay (2015-on), Photology ha deciso di implementare il concetto di galleria come spazio fisico con la creazione di una nuova realtà virtuale: Photology Online Gallery.
Dal 2020, infatti, tutte le mostre prodotte da Photology sono unicamente fruibili sul web, permettendo così a un pubblico sempre più ampio di ammirare e acquistare le diverse opere fotografiche.
La piattaforma 3D è disponibile con un sistema di navigazione semplice e intuitivo che permette agli utenti di muoversi all’interno di uno spazio virtuale ma allo stesso tempo del tutto realistico, dove i lavori esposti possono essere ingranditi, guardati nei dettagli e visti da varie angolazioni.
I testi, i contributi video e gli apparati informativi sono inseriti nel contesto espositivo per una omogeneità di informazione. Nel caso di interesse per una visione live privata delle singole opere, vi è la possibilità di fissare appuntamenti specifici accordandosi direttamente con un team di specialisti nelle principali città italiane.
a cura della redazione