Campo Sella: è questo il nome del vino che, nel 2021, ha portato l’azienda Sutto al vertice della critica. Un Merlot purosangue, ottenuto da 5753 viti, non una di più e non una di meno, coltivate nell’area del fiume Piave, a Campo di Pietra. Un toponimo significativo, che rende l’idea di quanto quest’area si presenti difficile da coltivare, così ricca di pietre e sassi da portare addirittura nel suo nome.
È da qui che parte il progetto della famiglia Sutto: far parlare alla propria terra una lingua che oltrepassi i confini nazionali, partendo dal vino ed espandendosi a tutti i prodotti, e i valori, del territorio.
Il progetto dei fratelli Luigi e Stefano Sutto, oggi alla guida dell’azienda trevigiana, va ben al di là, infatti, della sola cantina. Sutto è anche SuttoWine, format di locali che, con un incrocio tra enoteca, bar e bottega, affianca ai vini delle tre cantine di proprietà Sutto, Batìso e Polje i prodotti gastronomici della linea Jole, una gamma di specialità ispirate all’”arte del gusto” di mamme e nonne. Un’esperienza di ospitalità veneta a 360 gradi, che porta i sapori e lo spirito autentico di questo angolo di Veneto in giro per il mondo.
Oltre a Noventa di Piave, dove Sutto ha sede, e a Jesolo, SuttoWine è infatti anche a Milano – nei tre locali di Via Marghera, Viale Piave e Darsena – ma anche in Cina, a Nanchino, e in Belgio, a Knokke le Zoute.
Sutto Wine è un modo di intendere l’ospitalità che comprende anche le sinergie: dalle collaborazioni con altre eccellenze venete come Veneta Cucine, con cui Sutto Wine ha sviluppato il locale di Via Piave a Milano, a quelle con la ristorazione, come l’unione in Belgio con il ristorante Gellius a Knokke, progetto internazionale del ristorante stellato di Oderzo, che ha quest’anno ottenuto, ai Top Italian Restaurants Special Awards 2022 del Gambero Rosso, il titolo di miglior ristorante italiano all’estero.
a cura della redazione