Inaugurazione del Padiglione Elisarion, Arte nel Parco, installazioni Site-Specific e un omaggio a Joseph Beuys: dal 1 aprile la nuova stagione del Monte Verità di Ascona aprirà con natura, spritualità e sguardi al femminile
Con un programma tutto dedicato all’Arte, il Monte Verità di Ascona – nato nel luogo del Canton Ticino in cui tra Otto e Novecento si stabilì una comunità alternativa frequentata da teosofi, riformatori, anarchici, comunisti, socialdemocratici, psicoanalisti, scrittori e artisti, tra le menti più brillanti di tutta Europa – giovedì 1 aprile riapre al pubblico. Anche se l’anno in corso presenta ancora molte incognite, la Fondazione Monte Verità presenta una serie di appuntamenti strettamente connessi alla storia e alla natura del luogo, con uno sguardo al futuro e alla ricerca degli artisti contemporanei.
Giovedì 1 aprile il Monte Verità aprirà le sue porte con un appuntamento speciale, atteso dallo scorso anno: tornerà alla luce il Chiaro mondo dei beati, il grande polittico di Elisàr von Kupffer (1872-1942) esposto nel Padiglione Elisarion, che suggella il completamento del Complesso museale dopo un importante restauro ritardato dalla pandemia. Circa 9 metri di tela circolare per un dipinto panoramico che immerge il visitatore nella poetica di un artista unico nel suo genere, inserito nel contesto della collina asconese grazie alla lungimiranza e alla visione del celebre curatore Harald Szeemann.
A seguire, nel mese di maggio, tornerà il momento dedicato a Giardini in Arte, rassegna simbolo della stretta unione tra arte e natura, che caratterizza l’attività di Monte Verità sin dalla sua nascita. Protagonisti di questa edizione quattro artisti italiani e svizzeri – Francesca Gagliardi, Marco Cordero, Johanna Gschwend e Moritz Hossli – che dopo una residenza nell’estate 2020 presenteranno una serie di lavori ispirati agli umori e l’identità del luogo.
Partendo da trine e ricami, Francesca Gagliardi realizzerà scudi in bronzo e alluminio, allegoria di una femminilità forte e volitiva, e una scultura monumentale a forma di rossetto, feticcio totemico che allude alla fragilità della bellezza e alla caparbia fermezza femminile. Marco Cordero ha realizzato un calco della celebre roccia affacciata sul Lago Maggiore, uno dei punti magnetici del Monte Verità, e quello di una parete di pietra, prelievo semantico di una porzione di natura. Inoltre, nella biblioteca del barone von der Heydt, l’artista modificherà lo spazio con volte di libri cuciti, scavati, scolpiti, mattoni di un’architettura di carta.
Johanna Gschwend e Moritz Hossli presenteranno un video del dialogo aperto tra il lavoro di Gagliardi e Cordero e l’ambiente circostante, documentando il loro avvicinamento allo spirito originale del Monte Verità. Infine con l’installazione Monte, Johanna Gschwend inviterà il visitatore a deporre piccoli pezzi di corteccia su un nastro mobile, partecipando alla costruzione di un piccolo cumulo, allegoria del monte e della sua genesi.
Sempre a maggio Monte Verità ospiterà – nell’ambito di un progetto espositivo curato dal Museo Comunale di Ascona – una nuova versione del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, realizzata con le pietre della collina, che l’artista donerà poi al Monte. Tra le opere ambientali più conosciute del grande artista, il Terzo Paradiso troverà in questo luogo la perfetta espressione del concetto di infinito e di incontro tra natura e artificio.
I primi di luglio Fabrizio Dusi – autore che spazia dal linguaggio della scultura a quello del neon – porterà sul Monte Verità un nucleo importante di opere site-specific ispirate ai temi iconici dell’ideale monteveritano del paradiso anarchico. Neon, ceramiche e forme in alluminio punteggeranno alcuni spazi interni ed esterni con parole-simbolo: LIBERI, ANARCHY, UTOPIA, oltre a immagini evocative di un ritorno allo stato di natura.
Nel cuore del parco la coppia Eva e Adamo si ricollegherà al ciclo pittorico Giardino dell’Eden nella sala congressi: una narrazione di circa 7 metri con scene tipiche della vita della colonia, fra girotondi, danze, bagni di sole, con un evidente rimando visivo al Il Chiaro Mondo Dei Beati del Padiglione Elisarion. Alcune di queste opere resteranno patrimonio della Fondazione Monte Verità.
Ad agosto, inoltre, il Cabaret Voltaire si trasferirà al Monte Verità per un fine settimana di performance e letture sceniche con artisti internazionali, tornando alle origini del filo ideale che univa Zurigo e Ascona alla nascita del movimento Dada.
Nonostante le incertezze e le necessarie limitazioni, il programma 2021 comprenderà anche appuntamenti di riflessione e di approfondimento, in presenza e online: dall’omaggio a Joseph Beuys nel centenario dalla sua nascita agli incontri dedicati a figure femminili di Casa Anatta, come la Baronessa Saint Léger, Olga Fröbe Kapteyn e Charlotte Bara, protagonista in primavera anche di un’esposizione al Castello San Materno.
Tornerà al Monte Verità anche Stefania Mariani, con una passeggiata teatrale nella natura, in cui lo spettatore sarà protagonista di un’esperienza immersiva.
“Gli ultimi dodici mesi sono stati complessi anche per la programmazione delle proposte per il pubblico – sottolinea Nicoletta Mongini, Responsabile Culturale della Fondazione Monte Verità – La nostra bussola è sempre rimasta puntata sul dialogo, sull’incontro e sullo scambio con le persone che, prima possibile, potranno tornare a frequentare il Monte Verità. Le riflessioni e gli stimoli che in questo ultimo anno hanno coinvolto tutti hanno consolidato la nostra consapevolezza di essere in un luogo dove natura, interiorità, spiritualità, arte e bellezza sono stati principi fondativi e mai abbandonati. Speriamo di accogliere nuovi sguardi e di continuare a coltivare lo spirito del Monte”.
Monte Verità | A cavallo fra Otto e Novecento il Ticino diventò destinazione privilegiata di un gruppo di solitari anticonvenzionali, che trovarono nella regione terreno fertile in cui piantare quei semi dell’utopia che non erano riusciti a coltivare a Nord. Il Ticino rappresentava per loro l’antitesi a un mondo industrializzato, un santuario per lo spirito. Dal 1900 in poi il Monte Monescia, sopra Ascona, fu polo di attrazione per chi cercava una vita alternativa, una terza via fra il blocco capitalista e quello comunista. I fondatori giunsero da ogni dove: Henry Oedenkoven da Anversa, la pianista Ida Hofmann dal Montenegro, l’artista Gusto Gräser e il fratello Karl Gräser dalla Transilvania. Uniti da un ideale comune, si insediarono sul Monte Monescia, che ribattezzarono Monte Verità. Vestiti con gli indumenti “della riforma”, lavorarono giardini e campi, costruirono capanne in legno rilassandosi con l’euritmia e bagni di sole. Adoravano la natura, predicandone la purezza e interpretandola simbolicamente come un’opera d’arte ultima. La loro organizzazione sociale si basava su un sistema cooperativo e autarchico, dediti a coltivare la mente, così come l’unità di corpo e anima. Frequentato nel tempo da teosofi, riformatori, anarchici, comunisti, socialdemocratici, psicoanalisti, scrittori, artisti ed emigrati di entrambe le guerre mondiali, il Monte vide approdare figure come Hermann Hesse o il coreografo Rudolf von Laban, le danzatrici Mary Wigman e Isadora Duncan, gli artisti Hugo Ball, Hans Arp, Marianne von Werefkin e Alexej von Jawlensky. Acquistato nel 1926 dal Barone von der Heydt, banchiere dell’ex imperatore Guglielmo II, il Monte visse una seconda straordinaria stagione culturale. La costruzione di un albergo in stile Bauhaus fu affidata all’architetto Emil Fahrenkamp, progettista dell’edificio Shell di Berlino. Grazie alla costruzione dell’albergo, molti maestri del Bauhaus abitarono la collina, come Gropius, Albers, Bayer, Breuer, Feiniger, Schlemmer, Schawinksy o Moholy-Nagy, tutti sedotti e affascinati dal magnetismo di un luogo dove – come disse Ise Gropius – “la nostra fronte sfiora il cielo…”.
Oggi Monte Verità è di proprietà del Cantone Ticino ed è gestito dall’omonima fondazione. Realtà poliedrica, dal 1989 è piattaforma congressuale del Politecnico di Zurigo, è un albergo e ristorante e un centro culturale. Il Complesso museale raccoglie Casa Anatta, con l’esposizione permanente Monte Verità. Le mammelle della verità di Harald Szeemann, il Padiglione Elisarion che ospita il dipinto circolare Il Chiaro mondo dei beati di Elisàr von Kupffer, Casa Selma e Casa dei russi, le prime abitazioni dei fondatori della colonia. Ogni anno viene proposto un calendario culturale con esposizioni e incontri dedicati ad arte, filosofia, letteratura e attualità
a cura della redazione